Palazzo Pignano, ragazzo di 18 anni morto investito: l’autopsia svelerà la verità

Palazzo Pignano, intanto resta a piede libero l’investitore di Pietro

Pietro Cioloaba, 18 anni

Pietro Cioloaba, 18 anni

Palazzo Pignano (Cremona), 4 settembre 2019 - Il corpo di Pietro Coroaba giace nell’obitorio dell’ospedale di Cremona, in attesa che venga disposto l’esame autoptico da parte del magistrato Ilaria Prette, titolare delle indagini sul caso che ha visto questo ragazzo di 18 anni investito e ucciso da un altro giovane di 24 anni, residente a Pandino che non si è fermato dopo l’investimento, ma si è presentato ai carabinieri solo il giorno dopo. La titolare dell’indagine ha dato mandato ai periti per eseguire l’autopsia, esame che sarà eseguito nella mattinata di venerdì. «Ho parlato con Magdalena, mamma di Pietro - dice il parroco della Pieve, don Benedetto Tommaseo - e siamo pronti per i funerali. La famiglia è di rito ortodosso, ma la mamma per Pietro ha chiesto che le esequie siano celebrate con il rito cattolico, ma che ci sia la presenza di un sacerdote ortodosso che arriverà da Bergamo. Non abbiamo fatto alcuna opposizione».

In merito all’investitore, un giovane 24enne di Pandino, le notizie sono molto scarse, anche perché tra gli amici della vittima qualcuno vorrebbe arrivare a una resa dei conti. E’ stato ribadito il concetto che il ragazzo, che al momento dell’incidente guidava una Fiat Grande Punto grigia, si è presentato nella tarda mattinata di lunedì, affermando che domenica dopo le tre gli era successo qualcosa. Sulla via per Palazzo gli sembrava di aver sbattuto contro il guard rail, ma non si era fermato a verificare. Poi, una volta a casa, ha visto come era ridotta l’auto e ci ha ripensato. Ma prima di presentarsi alla stazione dei carabinieri sono passate oltre 30 ore. E l’auto nell’urto ha riportato gravi danni e ha lasciato pezzi di carrozzeria sul posto, oltre ad avere il parabrezza rotto. Dopo aver riferito tutto questo ai carabinieri di Pandino, il giovane li ha accompagnati sul posto e, probabilmente anche grazie al cellulare di Pietro, che aveva agganciato una cella nei pressi, c’è stato il ritrovamento del cadavere che era celato dalla vegetazione e non visibile per chi passava dalla strada. Ieri la mamma di Pietro, Magdalena, è stata in comune per ottenere i permessi per la cremazione della salma.

«La mamma - riferisce il sindaco Rosolino Bertoni - mi ha detto che lei e i suoi familiari domenica hanno cercato Pietro e, saputo che aveva avvertito gli amici che sarebbe tornato a piedi, hanno percorso la strada da Palazzo alla Magika, senza trovarlo. Peraltro lei è convinta di aver guardato anche nel punto dove poi è stato trovato il cadavere, ma che non c’era nessuno. Un mistero, anche perché Magdalena ha il dubbio che il cadavere possa essere stato spostato». In comune sono arrivati anche i carabinieri che hanno chiesto al sindaco di utilizzare la sala del consiglio per parlare in privato con la mamma e i parenti che la accompagnavano. Un dubbio atroce perché potrebbe essere che Pietro non sia morto sul colpo, ma abbia cercato aiuto senza trovarlo, per poi perdere le forze e morire. Peraltro, sembra che il cadavere non presenti evidenti segni di gravi ferite, anche se ha parecchi segni sul volto. Dubbi che solo l’autopsia potrà sciogliere, quando i periti stabiliranno l’ora della morte.