Madignano, padre Maccalli rapito in Niger: 3 mesi di silenzi

Cresce l'angoscia per il missionario

 padre Pierluigi Maccalli

padre Pierluigi Maccalli

Madignano (Cremona), 9 dicembre 2018 - «Preghiamo ogni sera per la liberazione e nella speranza di avere notizie certe. Ma sin qui…». Don Giovanni Rossetti, parroco di Madignano, dal giorno del rapimento organizza veglie di preghiera per padre Pierluigi Maccalli, il missionario della Sma (Società missioni africane) partito da Madignano il 10 settembre e rapito in Niger, nella sua missione di Bomoanga, la sera del 17 settembre. Senza alcuna traccia o alcun messaggio da parte degli otto rapitori fulani (pastori locali). «Una piccola consolazione – continua don Giovanni – è che queste veglie sono sempre partecipate. Viene gente anche da fuori per pregare per il padre. In paese noi abbiamo appeso uno striscione sulla casa parrocchiale, il sindaco ne ha fatto mettere uno grande sul municipio e uno anche sul rondò, all’ingresso del paese». La Curia organizza una fiaccolata al mese, nel giorno del rapimento. Poi ci sono altre iniziative, che vanno ben al di fuori dello stretto confine del Cremasco. Ma il cruccio per tutti è questo silenzio che si sta facendo sempre più pesante, anche per i familiari.

Il fratello Walter missionario anche lui, è partito il 15 ottobre per la Liberia e dalla sua missione aspetta notizie. Prima di partire aveva detto: «Sappiamo che i rapimenti in Africa non hanno i tempi europei. Là possono passare mesi senza che si sappia nulla». Era un presentimento che, purtroppo, si sta rivelando reale. «Non sappiamo nulla – aveva concluso – e forse questo è un segno positivo, perché secondo me significa che mio fratello è vivo». Nessuna dichiarazione dagli altri fratelli che abitano a Madignano. Angelo, che vive con la moglie nella stessa casa di Walter e Pierluigi, è sempre rimasto chiuso nel silenzio del suo dolore. Manda la moglie come emissario a dire che non vogliono pubblicità. Dalla Società missioni africane, ribadiscono l’ultima notizia: «Dal vescovo di Niamey arriva la voce, incontrollabile, che padre Pierluigi è vivo e sta bene», ma si sottolinea quell’incontrollabile che fa dire a mezza voce da alcuni esponenti della Curia di Crema che la voce è solo una voce e che forse serve per stemperare un po’ la tensione per chi attende qualcosa di concreto e vive un periodo difficile senza notizie da ormai più di 80 giorni.

Dal parlamento si leva la voce della leghista Claudia Gobbato, anche lei cremasca, che ha chiesto a più riprese al ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, di fare tutto il possibile e di non mollare il caso e continua a vigilare. Intanto il Cremasco si riempie di striscioni che vengono appesi fuori dalle chiese. Ma il silenzio assordante che arriva da Bomoanga e dintorni diventa sempre più pesante e per molti insopportabile.