Padre Maccalli rapito in Niger, ore decisive per la liberazione

Crema, filtra dal sito Africarivista.it la notizia che si starebbe trattando per la sua liberazione

Padre Gigi Maccalli è stato rapito il 17 settembre 2018

Padre Gigi Maccalli è stato rapito il 17 settembre 2018

Crema, 18 settembre 2020 - Padre Gigi è vivo e si sta trattando per la sua liberazione. La notizia arriva nella diocesi di Crema poco prima che partano le quattro processioni dirette in Duomo e organizzate, come ogni 17 del mese, per chiedere la liberazione del missionario cremasco e per pregare. Una buona notizia a due anni esatti dal rapimento, avvenuto la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, in Niger, dove padre Pier Luigi Maccalli da Madignano, 60 anni, era appena tornato, dopo due mesi di permanenza nel suo paese d’origine. La notizia della trattativa arriva come un fulmine a ciel sereno e rimbalza negli ambienti ecclesiastici e poi anche oltre. A diffonderla è la Sma società missioni africane, alla quale appartiene padre Maccalli, missionario dal 1982, che avverte di averla appresa dal sito Africarivista.it. Pochi i particolari, tuttavia sufficienti per poter sperare in una soluzione a breve.

Il padre di Madignano era stato ripreso in un video il 24 marzo scorso insieme a Nicola Chiacchio, un italiano rapito addirittura cinque anni fa e del quale non si sapeva nulla, neppure che fosse stato preso dai banditi. Era il primo segno concreto che padre Gigi era vivo. Fino ad allora, nessuna trattativa, nessun cenno da parte dei rapitori. Oggi si può presupporre che il padre cremasco sia stato oggetto di scambi all’interno delle bande che girano tra Niger, Mali e Burkina Faso. Rapito in origine da otto banditi pastori fulani, che lo hanno portato via in moto, del padre non si era saputo più nulla.

Il vescovo della zona, qualche mese più tardi, se ne era uscito con un messaggio confortante: Padre Gigi è vivo, non posso però rivelare la fonte. Un po’ come dire: fate un atto di fede. Anche il premier Giuseppe Conte, in visita in Niger, aveva chiesto più interessamento al governo, ricevendone promesse, che però sono risultate solo parole. Di tanti in tanto qualche sussulto, ma di vero e reale, nulla. Fino a quel 24 marzo scorso quando, in piena epidemia, ecco il video, recapitato al quotidiano dei vescovi Avvenire intorno al 6 aprile, poco prima di Pasqua, a dar vigore alle speranze. Oggi passa la notizia che Padre Gigi sarebbe stato venduto ai jihadisti dalle bande che operano nella regione del Sahel e ora dovrebbe trovarsi in una zona desertica. C’è chi accredita anche la versione che le forze regolari saprebbero anche dove si nascondono i ribelli, ma che sarebbe estremamente rischioso per la vita dell’ostaggio (o degli ostaggi) tentare un colpo di mano.