Omicidio Ogliari, chieste perizie su telefoni e impronte dei piedi

Il processo torna in Appello dopo la sentenzaz della Corte di Cassazione che aveva respinto l'assoluzione sancita in primo e secondo grado

A sinistra, Angelo Ogliari, ucciso il 31 ottobre 2007, insieme alla senatrice Cinzia Fontana

A sinistra, Angelo Ogliari, ucciso il 31 ottobre 2007, insieme alla senatrice Cinzia Fontana

Crema, 17 marzo 2015 - Nuove perizie disposte per fare chiarezza sull'omicidio di Angelo Ogliari, a oltre sette anni dalla morte dell'uomo trovato massacrato il 31 ottobre 2007 nel garage della sua villetta a Cremosano. Gli accertamenti serviranno a chiarire il ruolo dell'ex moglie, la ballerina polacca Jolanta Lewandowska, e del compagno Edgardo Fragaldines, accusati del delitto. Il processo a loro carico si è aperto davanti alla seconda Corte d'Assise d'Appello di Milano, dopo che la Corte di Cassazione nel maggio scorso aveva annullato con rinvio la sentenza di secondo grado che aveva confermato l'assoluzione dei due imputati.

Il presidente della Corte ha disposto una perizia sulle utenze telefoniche per verificare se fossero agganciate alla cella di Cremosano nel giorno del delitto. Ha chiesto inoltre nuovi accertamenti su un'impronta rilevata nella villetta dove è avvenuto l'omicidio, che verrà comparata con quella di Jolanta Lewandowska. «La mia assistita non ha nulla in contrario a sottoporsi a questo esperimento - ha spiegato il difensore della ballerina, Martino Boschiroli -, è innocente e non ha niente da nascondere».

Il processo è stato rinviato al prossimo 8 aprile, per il conferimento degli incarichi per le perizie. Ogliari era in lotta con l'ex moglie per l'affidamento della figlia, che la madre tratteneva in Polonia. Il 30 ottobre del 2007 denunciò ai carabinieri di essere seguito da una macchina. Il giorno successivo fu massacrato a colpi di martello nel garage di casa, dove venne ritrovato dopo diverse ore. Jolanta Lewandowska e il compagno, tassista sudamericano, furono assolti in primo e in secondo grado dall'accusa di omicidio volontario, ma la sentenza della Cassazione ha portato all'apertura di un nuovo processo.