Niente storia della religione cattolica per i bimbi musulmani

Rivolta d’Adda, il padre vince la battaglia per l’esenzione all’asilo

Una scuola dell'infanzia

Una scuola dell'infanzia

Rivolta d'Adda (Cremona), 9 maggio 2019 - «Una vicenda finita bene, con un po’ di buona volontà e che comunque riguarda un caso in atto e altri che di certo arriveranno». Questo il commento del sindaco Fabio Calvi sulla vicenda del padre musulmano che aveva chiesto all’asilo frequentato dai suoi due figli di non far assistere ai bambini alla lezione di storia della religione cattolica. La vicenda aveva preso piede a inizio anno, quando il padre, benzinaio del paese, si era accorto che i suoi due figli, 5 e 3 anni, all’asilo assistevano all’ora di religione. Di qui la richiesta di esenzione e un iniziale rifiuto da parte dell’asilo. «L’asilo è privato ma parificato – ribadisce il primo cittadino. – Ha un regolamento, ma giustamente deve tenere conto delle esigenze di tutti e anche di essere l’unica struttura simile del paese. Quindi, per gli utenti non c’è scelta. All’inizio la situazione sembrava senza soluzione ma poi ho saputo che il direttore Massimo Cagna ha trovato un modo per accontentare tutti: durante l’ora di religione i due bambini faranno altro. E questa soluzione mi sembra di buon senso e conforme ai desideri di tutti. Si tenga inoltre presente che in paese di bambini in età di asilo e di religione diversa dalla cattolica ce ne sono parecchi e quindi il caso si sarebbe ripresentato a breve. Giusta la soluzione che permetterà di affrontare e risolvere subito problematiche simili».

Se la vicenda si è risolta con la soddisfazione delle parti, in consiglio comunale c’è stata però battaglia. Secondo la minoranza, rappresentata da Marianna Patrini, il direttore ha aderito a una richiesta sbagliata e avrebbe dovuto usare il pugno duro. Se quel genitore non voleva che i suoi figli presenziassero all’ora di religione, avrebbe potuto portarli ad Agnadello, dove c’è un asilo statale e dove questo problema non si presenta, oppure non mandare all’asilo, scuola non dell’obbligo, i suoi due figli. «Fosse questo asilo un’azienda privata – ha ribadito il direttore Massimo Cagna - potremmo decidere in autonomia, ma non lo è».