Crema, Natale 2018: è già bufera

Confcommercio: troppe critiche, quest’anno ci sfiliamo

Da sinistra Francesco Albergoni e Aldo Padrini

Da sinistra Francesco Albergoni e Aldo Padrini

Crema, 23 settembre 2018 - Il Natale a Crema? Sembra che sia arrivato con lo spot pubblicitario della Maina, girato in piena calura la scorsa settimana e che si fermi lì. Perché quest’anno la Confcommercio, che ha realizzato luci e manifestazioni lo scorso anno, ha fatto un passo indietro e non intende recedere. Lo dicono il direttore Francesco Albergoni e il presidente dei commercianti Aldo Pedrini. «Lo scorso anno abbiamo organizzato il Natale, accollandoci la spesa delle luminarie e l’allestimento di due manifestazioni: quella sotto l’albero e i mercatini. Le iniziative, onerose, sono state allestite in piazza del Duomo e hanno avuto successo, ma a qualcuno pare non siano piaciute perché abbiamo ricevuto critiche, che riteniamo immeritate. Quindi, quest’anno la Confcommercio fa un passo indietro e sta a guardare».

Qualche sassolino dalla scarpa l’associazione ce l’ha da togliere, anche perché il pacchetto completo del Natale in città ha un costo elevato, oltre 30mila euro, viene sopportato in gran parte da Confcommercio che si deve rifare chiedendo contributi agli associati e vendendo lo spazio del plateatico a chi viene a esporre i propri prodotti. «Avevamo già avvertito all’inizio dell’anno che se non ci fosse stata chiarezza noi ci saremmo sfilati. A oggi questa chiarezza non c’è. Non c’è neppure la certezza della location, perché l’assessore Matteo Gramignoli sembra intenzionato a non concedere piazza del Duomo per le manifestazioni natalizie e a farle traslocare in altra zona (giardini di Posta Serio o piazza Garibaldi?) – aggiungono –. Inoltre, sono state avanzate critiche ingenerose relativamente a non ben specificate lamentele sull’allestimento del mercatino di Natale, critiche che hanno riguardato la lunghezza del tempo di esposizione dei mercatini, undici giorni e la concessione gratuita del plateatico, poi rivenduto agli espositori e questo ci ha fatto pensare».

«Attendiamo quindi – concludono – di essere convocati con tutte le associazioni per capire che cosa si può fare. Ma noi da soli non abbiamo intenzione di organizzare il Natale». C’è comunque da ribadire che i tempi sono stretti perché se si attuano le normative vigenti in fatto di sicurezza, servono sessanta giorni e i termini cadono ai primi di ottobre. Rischio black out per questa manifestazione che lo scorso anno ha visto migliaia di visitatori arrivare in città? A oggi sì.