Moschea, colpo di scena: agli islamici mancano i soldi

L’opposizione: estromettere il sodalizio dal bando di PIER GIORGIO RUGGERI

L’interno di un centro di culto musulmano

L’interno di un centro di culto musulmano

Crema, 14 giugno 2016 - Colpo di scena nell’annosa e sin qui infinita diatriba sulla costruzione del luogo di culto in città: i musulmani del centro islamico cremasco non hanno i soldi per costruire la moschea. Nessuno, né da parte del Comune, tanto meno da parte degli islamici conferma la notizia, ma nei corridoi del Municipio la voce è molto forte e foriera di risvolti sin qui mai ipotizzati. Perché c’è già qualcuno dell’opposizione che chiederà l’estromissione dal bando per il luogo di culto dell’unico soggetto che vi ha aderito, cioè l’associazione islamica cremasca. Che cosa succede? Gli islamici che fanno capo al presidente Bouzaiane Dhaouadi hanno presentato la domanda di partecipazione al bando nei termini previsti. Per prima cosa la commissione ha esaminato la giacenza economica che deve essere tale da poter coprire tutte le spese per la costruzione del luogo di culto, come da progetto presentato dalla comunità stessa.

A un primo esame dei documenti, qualcosa non andava: la commissione ha eccepito che i soldi presenti sul conto corrente non erano vincolati. Quindi, avrebbero tranquillamente potuto essere distolti un minuto dopo l’assegnazione del bando. Di qui la richiesta di un documento che vincolasse quella giacenza esclusivamente per la costruzione del luogo di culto e i sette giorni di tempo per ottemperare a questa richiesta. Ma in questa settimana è successa un’altra cosa. Sul conto non ci sarebbe molto di più di 200mila euro, somma molto lontana da quella necessaria per far fronte alla costruzione della moschea, intorno a 500mila euro. E siccome il Comune vuole essere certo che, una volta assegnato il terreno, il progetto venga portato a termine, ecco che qualcuno ha suggerito alla comunità di incrementare i soldi depositati sul conto o di acquisire fidejussioni che garantiscano per la cifra che manca. Operazione non semplice e di qui la richiesta della comunità di poter avere una nuova proroga. Ma questo continuo rinvio sempre a favore di questa associazione comincia a irritare le opposizioni (e pare non solo loro) che si preparano a impugnare il bando e a chiedere l’estromissione dell’unico partecipante. Con buona pace di quattro anni di battaglie laceranti che hanno spaccato in due città e territorio.