La madre di Pietro ucciso a 18 anni: "Nessuno ci ha mai chiesto scusa"

Al via lunedì il processo contro l’investitore: la famiglia del ragazzo si costituirà parte civile

La mamma di Petrisor con gli inquirenti sul luogo del tragico investimento

La mamma di Petrisor con gli inquirenti sul luogo del tragico investimento

Crema (Cremona), 27 gennaio 2021 - Parte lunedì il processo contro il ragazzo di Pandino che investì e uccise Petrisor Vasile Cioroaba, 18 anni di Palazzo Pignano. Davanti al giudice Gianpaolo Beluzzi la famiglia del ragazzo si costituirà parte civile, mentre l’avvocato dell’investitore deciderà se chiedere il rito abbreviato o affrontare il procedimento. Il fatto risale al 1° settembre 2019. Nella notte l’auto condotta dal giovane di Pandino investì e uccise il diciottenne che stava rientrando dalla discoteca Magika verso la sua abitazione camminando a piedi sulla strada di raccordo della Paullese, in un tratto buio. L’investitore dopo il tremendo urto proseguì la sua marcia, rientrando alla sua abitazione con l’auto molto danneggiata e con l’airbag della parte del guidatore che, in seguito all’urto, era esploso. Dirà di non essersi accorto di aver investito qualcuno ma di aver pensato di aver sbattuto contro il guard rail. La scomparsa di Petrisor era stata segnalata dalla famiglia la mattina seguente.

Un tam tam attraverso i social media e le ricerche degli amici e delle forze dell’ordine non avevano dato alcun frutto, finché l’investitore, leggendo che un ragazzo era scomparso, era tornato sul luogo del sinistro, 36 ore più tardi, trovando il cadavere di Petrisor e avvertendo i carabinieri. "Chi ha causato la morte di mio figlio non ci ha mai chiesto scusa", dice la mamma di Petrisor. L’avvocato della famiglia, il legale Francesco Maria Nucera sarà lunedì a mezzogiorno nel tribunale di Cremona: "Ci costituiremo parte civile nel procedimento. Non abbiamo accettato l’offerta di risarcimento danni dell’assicurazione. Abbiamo chiesto due milioni di euro per questa morte assurda e la risposta è stata del tutto insufficiente. La morte di Petrisor vuole giustizia. Nessuno era riuscito a trovarlo, nonostante in molti fossero passati di lì. Poi, quando l’investitore è tornato sui suoi passi, 36 ore più tardi, ha visto subito il corpo e ha avvertito le forze dell’ordine".