Morto a 18 anni in incidente: "Matteo si era appena diplomato, aveva futuro davanti a sé"

Commozione e sgomento per lo schianto costato la vita a Matteo Antonioli. Il messaggio del provveditore Molinari

Il Provveditore Fabio Molinari

Il Provveditore Fabio Molinari

Cremona, 4 luglio 2020 - Il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, Fabio Molinari, ha scritto una lunga lettera di cordoglio per la morte del 18enne Matteo Antonioli, scomparso la notte scorsa in un incidente lungo la Paullese. Matteo aveva appena sostenuto l'esame di maturità presso l'Istituto Tecnico Agrario Stanga.  "Carissimi, non abbiamo ancora finito di piangere la morte prematura del professor Mauro Pamiro, docente al “Galilei”, che ha ci ha lasciati tutti sconvolti, e già torna ad aggiungersi un altro dolore lacerante, improvviso e sconvolgente. Infatti la morte ha preso con sé Matteo, un vostro compagno, un vostro studente, un membro della famiglia della scuola della nostra Provincia, proprio quando la sua vita sembrava aprirsi a nuove prospettive, ad un futuro tutto da costruire dopo l’Esame di Stato che aveva appena sostenuto- scrive il Provveditore- Non ci sono parole per confortare chi sta ora soffrendo terribilmente per questa perdita così inattesa: possiamo solo cercare di far sentire alla sua famiglia la nostra vicinanza, il nostro affetto, il nostro calore che riscaldi il gelo che ha pervaso il loro animo".

"Il vostro Istituto ha già pianto, lo scorso anno, per la morte di Umberto, ugualmente avvenuta in circostanze tragiche ed oggi piange per Matteo. Di lui e di Umberto, possiamo dire quanto fu detto dopo la morte improvvisa di Papa Giovanni Paolo I, dopo soli 33 giorni di Pontificato: “Magis ostensus quam datus” (Più mostrato che dato) ma, allo stesso modo, dobbiamo fare nostre le parole di Sant’Agostino: “Non ti chiediamo, Signore, perché ce lo hai tolto ma ti ringraziamo per il tempo che ce l’hai donato”. So che ciò non porterà nessuna consolazione in questi momenti così difficili, che ci pongono mille domande a cui non troviamo una risposta razionale. Ciò che io vi chiedo, mentre mi stringo con affetto attorno a tutti voi ed attorno alla famiglia di Matteo, è di coltivarne il ricordo, di mantenerne viva la memoria, di renderlo in qualche modo ancora presente fra noi attraverso quelle modalità che potremo trovare insieme e condividere con la famiglia. Allora forse il dolore ci sembrerà meno lancinante, le lacrime scenderanno meno copiose, il nostro cuore sarà un poco più leggero. Da credente, io voglio pensare che Matteo, così come Umberto, così come gli altri, abbiano solo terminato un tratto della loro vita ed ora ne vivano la pienezza nella gioia infinita. Ma sono certo che, grazie a tutti voi, si potrà realizzare quanto disse di sé il poeta Orazio: “Non omnis moriar sed magna pars mei vitabit Libitinam” (Non morirò del tutto ma una gran parte di me eviterà l’oblio”. Per questo serve il vostro impegno e sono sicuro che non mancherà. E potrete sempre contare su di me”.