Madignano, padre Maccalli rapito in Niger: settanta giorni di mistero

Il missionario della Società missioni africane

Padre Pierluigi Maccalli

Padre Pierluigi Maccalli

Madignano (Cremona), 26 novembre 2018 - Sparito nel nulla. Da ormai 70 giorni di padre Pierluigi Maccalli, rapito la sera del 17 settembre nella missione di Bomoanga in Niger, non si sa più niente. Lo strazio dei parenti che attendono a Madignano, paese di residenza del padre missionario della Sma (Società missioni africane) è infinito.

Ma da laggiù non si leva alcuna voce. Solo il giorno dopo il suo rapimento il vescovo di quella diocesi aveva fatto sapere che la polizia gli aveva rivelato che si aveva la certezza che padre Gigi fosse vivo: non era stato ucciso subito dopo il rapimento, non era stato ritenuto un ostaggio pericoloso o inutile. Ma da allora nessun segno da parte dei banditi che l’hanno portato via. Le indagini in zona non fanno trapelare nulla. È stato riferito che gli autori del rapimento dovrebbero essere pastori del posto, perché durante le fasi dell’assalto i testimoni li hanno sentiti parlare il dialetto tipico di quella gente, ma si tratta sempre e solo di supposizioni. Così come si presume che il padre non possa essere andato lontano, visto che le frontiere con Burkina Faso e Mali sono presidiate a causa dei ribelli che dai due Stati cercano di passare in Niger.

E se i rapitori con il padre sono ancora da quelle parti, di certo godono di complicità, perché lì non c’è foresta, ma solo case, e non è facile nascondere qualcuno in un’abitazione senza destare sospetti e senza farsi notare. La Farnesina sta seguendo il caso, ma non nasconde le difficoltà perché non c’è ancora qualcuno con cui poter trattare e soprattutto si ha presente che purtroppo i rapimenti da quelle parti hanno spesso la caratteristica che i banditi non si facciano vivi anche per lunghi periodi. E la vicenda di padre Gigi sembra proprio assumere questi contorni.