Madignano, rapimento di padre Bigì: "E' nelle mani degli islamisti"

Il missionario in Niger Pierluigi Maccalli è stato prelevato da guerriglieri armati vicino ai confini di Mali e Burkina Faso

Il missionario Pierluigi Maccalli, soprannominato padre Bigì

Il missionario Pierluigi Maccalli, soprannominato padre Bigì

Madignano (Cremona), 19 settembre 2018 - Sono arrivati in otto, sulle moto, con i fucili spianati. Erano le 21 e il villaggio era al buio. Loro hanno buttato giù la porta e sono entrati nella casa di padre Pierluigi Maccalli, 57 anni di Madignano, piccolo borgo del Cremasco, rientrato in Niger, a Bomoanga, solo lo scorso 7 settembre dopo una vacanza a casa. Dentro la sede della missione alcune suore e due preti. Un sacerdote indiano è riuscito a fuggire, le religiose non sono state degnate di uno sguardo e loro, quelli che le autorità locali considerano guerriglieri jihadisti, probabilmente avevano come obiettivo solo lui, padre Bigì, come lo chiamano affettuosamente anche da quelle parti.    L’hanno preso e caricato su una moto, hanno portato via anche un computer e un cellulare e poi se ne sono andati verso la frontiera. Bomoanga è vicino ai confini di Mali e Burkina Faso. Ma non è finita lì, perché dopo qualche minuto alcuni guerriglieri sono tornati, armi in pugno, per sparare in aria e intimidire, qualora ce ne fosse bisogno, la gente del villaggio. La zona dove è stato prelevato il missionario italiano è già stata teatro di un rapimento, nell’aprile scorso, quando venne prelevato un operatore umanitario tedesco e di lui non si è saputo più nulla. La vicenda è seguita dalla Farnesina e il ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi è in costante contatto col governo del Niger. Dalla Società missioni africane, dalla quale dipende il piccolo insediamento di Bomoanga, la preoccupazione è forte: «Non abbiamo novità. I nostri confratelli in Niger stanno cercando di capire chi possa aver preso padre Maccalli, ma al momento non ci sono rivendicazioni. Speriamo di poter avere buone notizia in fretta».   Una ragione del rapimento di padre Pierluigi la ipotizza Mauro Armanino, responsabile della missione: «Padre Maccalli è un bianco, è un cattolico ed è un missionario. Tutto questo fa notizia e porta attenzione, cosa della quale hanno bisogno questi guerriglieri». Ma c’è anche da dire che per alcuni versi padre Maccalli è un missionario scomodo, perché è contro l’infibulazione e le superstizioni che qualcuno cerca di instillare nella gente. L’autodeterminazione che lui insegna alle donne dà fastidio e forse anche in questo è da ricercare la causa del suo rapimento. Il religioso era tornato da poco, dopo una vacanza a Madignano, dove vivono la sorella Clementina e il fratello Angelo. Lui abita nella stessa casa di Angelo, insieme all’altro fratello, Walter, anche lui missionario. 

Durante la vacanza a casa, Bigì aveva sostituito il parroco del paese, don Giovanni Rossetti: «Quando sono andato via con i ragazzi lui ha celebrato le messe per me. Lo conosco da tanti anni perché eravamo in seminario insieme. Ricordo che quando è stato consacrato, ha preso subito la strada della missione. Prima di partire, l’altra settimana, è venuto a salutarmi e quando gli ho chiesto quando sarebbe tornato, lui ha risposto che stavolta aspettava me in Niger». Infine, il fratello Walter, da un anno in Italia perché sta seguendo dei corsi a Verona per prepararsi a ritornare in missione: «È vero, si sente a volte che succedono queste cose, ma pensi che capitino agli altri. Noi andiamo in missione per lavorare. Speriamo che tutto si risolva per il meglio».