
Multa
Crema, 25 marzo 2018 - Prendere una multa non fa mai piacere; protestare è possibile, anche se i risultati sono spesso scarsi. Ma da quando c’è facebook beh, è tutta un’altra cosa. Anche perché scrivere sulla propria pagina è facile, commentare senza freni, può essere divertente, ma diventa pericoloso se ci si spinge un po’ troppo in là. E questo lo stanno imparando tredici cremaschi, dodici solidali con un amico che era stato multato. Giustamente. Ricapitoliamo. All’inizio di questa settimana un giovane viene colto mentre percorre in auto la via del suo paese senza la cintura di sicurezza allacciata.
Il vigile lo ferma constata che la cintura non è stata messa, lo riferisce al guidatore ed eleva una multa. Saluta e se ne va. Il guidatore mastica amaro ma va a pagare l’ammenda. Poi, giusto per sfogarsi, scrive su quello che una volta era il proprio diario segreto e che invece adesso è pubblico. Troppo pubblico, tanto che quel che si scrive lo leggono non solo gli amici, ma anche altre persone. E che cosa scrive il multato? Di tutto e di più. E anche di troppo, visto che si lascia andare a giudizi non proprio elogiativi nei confronti del vigile che ha avuto il coraggio di ricordargli che la cintura ti può salvare la vita e va indossata. Nessun senso di gratitudine né di ravvedimento. Solo un po’ di giudizi pesanti.
Naturalmente lo sfogo su facebook non è mai una cosa che resta tra pochi intimi e poi è ormai diventato sport nazionale commentare qualsiasi cosa. E i commenti te li raccomando. Se il giovane multato va giù duro, gli amici, dodici, fanno anche di peggio, dando manforte e picchiando ancora di più sul vigile. Una soddisfazione! Ma... succede che anche l’agente ha amici che stanno in facebook e come l’acqua che fa girare il mulino passando di pala in pala, la pagina con i giudizi pesanti di profilo in profilo arriva fino al vigile. Che di certo non esulta, anzi, si arrabbia proprio e così decide di denunciare. Va dalle forze dell’ordine e porta la pagina incriminata, mostrando il commento principale e i dodici sostenitori. Chi indaga ci mette poche ore a scoprire gli autori degli urticanti giudizi nei confronti del vigile e i tredici vengono convocati a uno a uno per essere resi edotti, non via facebook, ma verbalmente, che il loro pensiero scritto non è stato apprezzato e che tra un po’ dovranno andare a raccontarlo a un giudice. E tutto questo avrà un prezzo…