Crema, informatica a rischio all'università

Il professor Scarabattolo: il 90% dei docenti dice sì a Milano

Un'aula universitaria

Un'aula universitaria

Cremona, 14 febbraio 2018 - «Entro tre mesi si conoscerà la sorte dell’università di informatica di Crema». E’ la sintesi di quanto dichiarato da Nello Scarabottolo, professore ordinario dell’università di Milano, distaccamento di Informatica di Crema, in merito alle insistenti voci che danno sul viale del tramonto la facoltà cremasca. E dalle sue parole si intuisce che la situazione non è delle migliori.

Professore, come sta la sede della facoltà di Informatica di Crema?

«Tutti sanno che a Milano la situazione non è ancora decisa. Il dipartimento milanese avrà una nuova sede a Città studi, in via Celoria, che ha ampi spazi che possono ospitare tutti i docenti di informatica. E’ anche risaputo che oltre il 90% docenti è favorevole ad avere un’unica sede, naturalmente quella milanese».

Quindi Crema chiude?

«Con Crema abbiamo un accordo fino al 2020. A breve si deve decidere cosa fare dell’anno accademico 2018/2019».

Nel senso che non si sa ancora se partirà un corso di Informatica? «Dal prossimo anno '18/19 non si sa se si va tutti a Milano. Sarà una decisione di ateneo che andrà presa in tempi rapidi. Tuttavia, la strategia che riguarda la sede di Crema merita un ragionamento: ci sono altre opzioni, al di là di informatica».

Ma a oggi, com’è la situazione?

«Tutti i posti occupati per la laurea in sicurezza reti informatica, con circa 200 studenti per sicurezza e 30 studenti per informatica. Inoltre, oggi a Crema ci sono una trentina di docenti e circa 800 iscritti, compresi i frequentatori dei corsi on line».

Però ci pare di capire che il corso è molto a rischio.

«La decisione definitiva andrà presa subito dopo le elezioni, entro due o tre mesi. Comunque, riunire il dipartimento a Milano non implica lo stop dei corsi a Crema e l’università cremasca potrebbe avere un futuro».

Quale?

«Potrebbe arrivare qualcosa d’altro. Per esempio, è sempre attuale il discorso della cosmesi, con un corso di laurea professionalizzante».

E a chi tocca decidere?

«La palla passa agli organi dirigenziali dell’ateneo, con gli enti pubblici e di categoria».

Per salvare l’università di Crema bisogna puntare  su altri corsi.