Razzie di pannelli fotovoltaici destinati al deserto: 5 arresti

I carabinieri hanno sgominato banda di 5 marocchini: in un anno rubati oltre mille pannelli

La banda dei pannelli fotovoltaici in azione

La banda dei pannelli fotovoltaici in azione

Cremona, 29 aprile 2017 -  La banda dei pannelli fotovoltaici è in carcere. I carabinieri di Cremona hanno chiuso l'operazione “luce del deserto”, arrestatando cinque marocchini residenti nelle province di Brescia e Bergamo e denunciando altre 13 persone. Una banda specializzata in pannelli fotovoltaici, oltre 1.000 quelli rubati dal febbraio del 2016 al marzo scorso da impianti collocati nelle province di Cremona, Mantova e Brescia. La refurtiva veniva imballata e finiva dritta in Marocco, imbarcata a Genova o in Spagna. Il tutto accompagnato da fatture false, in modo da evitare ogni controllo: una volta in Africa i pannelli venivano rivenduti al prezzo di circa cento euro ciascuno, per essere riutilizzati in impianti per produrre energia elettrica in mezzo al deserto.

Il Marocco è uno dei maggiori produttori di energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici. La banda agiva facendo accurati sopralluoghi, sia di giorno che di notte: una volta elaborato il piano entrava in azione, disattivando i sistemi di allarme e compiendo razzie che provocavano, oltre ad un ingente danno patrimoniale quantificabile in circa mezzo milione di euro, profondi danni strutturali. In una notte sono riusciti a portare via anche più 300 pannelli solari, che poi venivano stoccati e preparati per la spedizione. Le indagini hanno permesso di verificare come i cinque marocchini fossero diventati un importante punto di riferimento per altri connazionali si rivolgevano a loro per il reperimento di pannelli fotovoltaici da trasferire in Marocco.

Il gruppo si impossessava anche di altro materiale, soprattutto di strumentazioni utilizzati in cantieri edili. Lo scorso 19 marzo i carabinieri hanno arrestato i primi tre marocchini colti in flagrante dopo l'ultima incursione in un campo fotovoltaico a Pescarolo, nel cremonese. I provvedimenti cautelari in carcere sono stati emessi dal gip Letizia Platè su richiesta del pm Ignazio Abbadessa. I cinque arrestati devono rispondere in concorso di nove furti pluriaggravati.