Il Po senz’acqua. E dalle secche riaffiora la storia

Cremona, non piove da due mesi

SPIAGGIA Dal fondo del fiume riemergono oggetti e reperti che aiutano a ricostruire il passato anche preistorico del territorio

SPIAGGIA Dal fondo del fiume riemergono oggetti e reperti che aiutano a ricostruire il passato anche preistorico del territorio

Cremona, 21 marzo 2017 - Spiagge immense, mai viste. Il Po in queste settimane sta attraversando una secca importante, che già preoccupa soprattutto in vista della primavera e della prossima estate. Il paesaggio che si può notare lungo il Grande Fiume è insolito, un ambiente ideale per chi va a caccia di reperti o di “cose” del passato. «Sessanta giorni senza pioggia sono tanti. Speriamo di non arrivare ai livelli di un paio di anni fa. Nonostante ciò al momento non sono stati effettuati particolari ritrovamenti», afferma Davide Persico, sindaco di San Daniele Po, e fondatore del Museo che raccoglie alcuni dei più importanti reperti ritrovati lungo gli spiaggioni del fiume. Il Po ieri ha registrato, all’idrometro di Cremona, 6.33 metri sotto lo zero, senza che vi siano previsioni di risalita nell’immediato. Dalle sabbie del Po sono affiorate anche costruzioni, come i muri che si trovano su uno spiaggione tra Cremona e il ristorante «Il Sales». Quelle mura, che stando a qualcuno, già in passato erano venute fuori, apparterrebbero ad una antica struttura costruita tra il Seicento e il Settecento.

Qualcuno parla di una torre di guardia, in territorio piacentino, altri di una struttura che risalirebbe agli scontri tra Venezia e Milano, quando si combatteva anche con le navi lungo il fiume: secondo alcune fonti durante questi scontri ci sarebbero stati anche diversi affondamenti. Essendo però l’alveo del fiume non eccessivamente profondo secondo gli storici queste navi venivano svuotate e recuperate. Potrebbero essere anche i resti di una struttura che veniva utilizzata in campo rurale, forse un mulino o un canale per l’acqua. Non si esclude che si trattasse di un attracco per le imbarcazioni che viaggiavano lungo il fiume: nei secoli passati quel punto doveva essere in provincia di Piacenza e non nel Cremonese. A destare particolare curiosità il fatto che sono poste orizzontali e non verticali. E che nel passato lungo i fiumi esistessero particolari strutture lo dimostrano anche i ritrovamenti effettuati lungo l’Adda a Pizzighettone, dove sono riaffiorati duranti i lavori di costruzione della centrale idroelettrica di Ediso delle antiche mura dimenticate. Le secche del Po negli ultimi anni sono state certamente importanti da un punto di vista scientifico, lo dimostra il fatto che a livello internazionale c’è molta attenzione sui reperti ritrovati.

Il cranio del Neanderthal ritrovato lungo il Po e pezzo importante del Museo di San Daniele Po, fino al prossimo 18 giugno resterà in mostra a Roma a «Palazzo delle esposizioni» vicino al Quirinale, nell’ambito di una mostra che va da Mendel alla Genetica. «Paus un fossile di Neanderthal con caratteristiche intermedie tra un Neanderthal e un Sapiens – sottolinea Persico –. Questo dà una estrema visibilità al nostro museo». Ma un altro ritrovamento diventato una vera chicca per gli esperti e gli studiosi è il fossile di leopardo trovato un anno fa circa: si tratta dell’unico ritovamento di questo tipo in Pianura Padana conservato anch’esso a San Daniele Po.