Crema, evasione fiscale da 65 milioni: nei guai 11 coop di facchinaggio

La Gdf di Crema scopre evasione di 65 milioni su lavori non dichiarati

Finanza (Foto di repertorio)

Finanza (Foto di repertorio)

Crema, 27 giugno 2018 - Prendi i soldi e scappa. E qui sono scappati in undici. Sono gli appartenenti alle cooperative di facchinaggio che, secondo le indagini della Guardia di finanza di Crema, dal 2012 al 2016 hanno messo in cantiere lavori per 65 milioni di euro non dichiarandone neppure uno, mentre non hanno versato un milione di euro di Irpef, il tutto aiutati da un commercialista di Milano, anche lui individuato e denunciato.

Il gioco messo in atto dai responsabili di diverse cooperative era semplice. Alcune persone, sempre straniere, a volte pregiudicate, si mettevano insieme a formavano, grazie al commercialista, una cooperativa di facchinaggio. Assumevano regolarmente dei dipendenti, anche loro stranieri e offrivano i loro servizi alle aziende a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Quando le commesse finivano, pagavano i dipendenti ma poi, anziché compilare la dichiarazione dei redditi e versare le imposte, sparivano con il malloppo, salvo poi creare una nuova cooperativa che ripartiva con le stesse modalità, sempre aiutata dal commercialista milanese. Alla fine, le aziende messe in piedi e fatte sparire sono state undici, delle quali la prima con sede a Pandino. Le altre erano ubicate due a Brescia, una a Roma e sette a Milano.

Anche l’uscita dal mercato era studiata bene, perché quando le commesse terminavano, la cooperativa veniva messa in liquidazione e i soci nominavano un liquidatore che era sempre un dipendente o un ex dipendente straniero il quale, dietro un compenso di circa 1400 euro il mese, firmava di tutto e poi spariva, spesso tornandosene in patria o andando in un altro Paese. Quando la Finanza arrivava per i controlli, all’indirizzo della cooperativa non trovava più nulla a e a quello del liquidatore scopriva che la persona da tempo si era trasferita. Le indagini della Guardia di finanza hanno messo in evidenza questo gioco, supportato da documentazione che i finanzieri sono riusciti a reperire, nonostante parte del cartaceo fosse stato distrutto. Grazie a queste carte, trovate anche presso il commercialista milanese poi denunciato, è stato possibile ai finanzieri ricostruire i movimenti e i rapporti commerciali che le cooperative avevano instaurato. Al termine delle ricerche, coordinate dal sostituto procuratore di Milano Maurizio Ascione, sono state indagate undici persone appartenenti alle cooperative con l’accusa di essere evasori totali in concorso con il commercialista milanese.