San Giovanni in Croce, nel castello della dama più bella

Si celebra la nobildonna immortale grazie a Leonardo

 ghostbuster di Esperia che nelle stanze del castello hanno condotto le ricerche su una misteriosa presenza

ghostbuster di Esperia che nelle stanze del castello hanno condotto le ricerche su una misteriosa presenza

San Giovanni in Croce (Cremona), 10 dicembre 2018 - Volete incontrare la Dama con l’Ermellino? Facile. Per fare la conoscenza di Cecilia Gallerani, nobildonna vissuta fra il 1473 e il 1533, amata da Ludovico il Moro e ritratta da Leonardo da Vinci in un celebre dipinto, sarà sufficiente, a partire dal prossimo febbraio raggiungere San Giovanni in Croce, borgo di 1.900 anime immerso nella campagne del Cremonese. Lì, nella Villa Medici del Vascello, Cecilia visse uno splendido “buen retiro”, una volta lasciata la corte milanese dopo la nascita di un figlio di Ludovico e il matrimonio di questi con Beatrice d’Este. Per il 2019 e i cinquecento anni dalla morte di Leonardo l’amministrazione di San Giovanni in Croce con il sindaco Pierguido Asinari ripropone alla grande l’immagine della concittadina più celebre, bella e fascinosa, sguardo maliardo subito colto dal pennello di Leonardo, misteriosa (non è mai stato chiarito dove sia sepolta) quanto basta per sconfinare nella leggenda tanto che nella Villa hanno fatto indagini su una misteriosa “presenza” i cercatori di fantasmi di “Esperia”.

«Per le celebrazioni leonardiane – dice Laura Nardi, responsabile per il Comune delle attività di Villa Medici – viene allestita ‘Amantissima mia Diva’, appellativo con cui Leonardo si rivolgeva a Cecilia per significarle tutta la sua ammirazione e tutto il suo affetto. In sei sale è predisposto un allestimento permanente: la digitalizzazione, i giochi d’immagine e le proiezioni, consentiranno un viaggio nella piccola corte e anche nella vita della Dama con l’ermellino, le relazioni sentimentali, lo stile modaiolo, la passione per la lettura e il canto, fino alle vicissitudini vissute dal suo ritratto».

Eccoci nel castello. Ci viene incontro un’immagine solida, rassicurante, un po’ maliziosa e un po’ materna, sicuramente amica: all’attrice toscana Silvia Querci è stato attribuito il ruolo di fantasia di Isotta, dama di compagnia della Gallerani, arguta narratrice di storie e pettegolezzi a cominciare da quelli sugli amori della sua signora. La nostra guida. La prima sala è un salotto-atelier. Un Leonardo un po’ infastidito mentre lavora a un quadro cerca di liberarsi al più presto della ciarliera Isotta. È solo in parte un falso storico perché Leonardo, in viaggio da Milano a Mantova dove lo attendeva Isabella d’Este, sostò davvero a Villa Medici. La seconda sala è la camera da letto. Nella terza sala la cucina offre il destro a Isotta per parlare dei menu per i ricevimenti e dei piatti preferiti di Cecilia, che a San Giovanni in Croce portò molte delle abitudini culinarie milanesi. La quarta sala ospita le immagini del guardaroba della Dama che nel ritratto leonardiano veste alla “spagnola”, un abito squadrato sul davanti, tagliato in vita, gonna molto ampia; la moda, soprattutto per l’ampiezza della gonna, era nata in Castiglia per nascondere una gravidanza clandestina della moglie del re Enrico IV. Nella quinta sala è ricostruita la grande biblioteca di Cecilia, considerata nel 1700 dall’abate Girolamo Tiraboschi, nella sua “Storia delle letteratura italiana”, fra le tre donne più colte del suo tempo.

Finalmente è arrivato il momento. Un viaggio virtuale in Polonia ed ecco il sorriso enigmatico, lo sguardo che pare trapassare chi lo osserva, le lunghe mani posate su un ermellino. Nel 1801 il principe polacco Adam Czartoryski acquistò il quadro per la madre Isabella, decisa a creare una collezione d’arte. Il quadro della Dama con l’ermellino, dopo un ultimo viaggio in Italia nel 1998, in cui toccò Milano, Firenze e Roma, sembra destinato a rimanere in Polonia. Nel 2016 è è stato acquisito dal governo polacco con l’obiettivo di assicurasi, anche per il futuro, la redditizia esposizione del capolavoro nel Paese. A quanto pare, però, per ammirare l’enigmatica sensualità di Cecilia Gallerani non sarà poi necessario andare tanto lontano