Crema, l'enigma di Sabrina: "Martedì avremo una traccia decisiva"

L’ex comandante dei Ris, Luciano Garofano, sulla scena del giallo: "I reperti non andavano distrutti subito"

Luciano Garofano al lavoro

Luciano Garofano al lavoro

Crema (Cremona), 6 settembre 2020 - "Quella di martedì sarà una giornata importante. Se i resti risulteranno quelli di un cane, si dovrà tornare a cercare Sabrina Beccalli. Se invece saranno resti umani, si dovrà riscrivere la storia e aspettare il dna per vedere se appartengono a Sabrina". Nel giallo di Crema esce per la prima volta la voce di Luciano Garofano, generale dei carabinieri in congedo, ex comandante del Ris di Parma.

Garofano è sulla scena dell’enigma dell’estate cremasca come consulente nominato dall’avvocato Antonino Andronico, legale dei fratelli di Sabrina Beccalli, la 39enne sparita nelle prime ore del giorno di Ferragosto. Alessandro Pasini, l’uomo in carcere per omicidio e distruzione di cadavere, nega di essere l’assassino di Sabrina e offre la sua versione. L’amica è morta stroncata da una overdose. In preda al panico, ha caricato il corpo sulla Panda di Sabrina e ha appiccato il fuoco nelle campagne alla località Vergonzana. Lo contrasta il parere concorde di due veterinari: quella sull’auto era la carcassa carbonizzata di un cane.

Martedì, all’istituto di medicina legale di Milano, dal summit dei consulenti nominati dalla procura di Cremona e dalle parti è atteso una prima certezza scientifica. «Ci sono – prosegue Garofano - elevate probabilità che già martedì si possa sapere. Dipenderà da quanti sono i frammenti e da quanto possono suggerire». Quelli giudicati resti canini sono stati distrutti nell’inceneritore di Cremona. Sulla Panda gli uomini del Ris hanno scoperto una trentina di reperti, quasi tutti ossei. Su questi saranno eseguiti gli accertamenti per risolvere il dilemma.  «Ci sono – aggiunge Garofano – due aspetti. La competenza di due professionisti. Penso che l’opinione dei veterinari debba essere ritenuta credibile. Per esperienza, dico poi che è sempre bene tenere le cose, conservare quello che è sotto sequestro. Spesso, di recente, ho visto che molti reperti venivano distrutti. Ritengo che sia affrettato eliminare reperti che possono avere un collegamento con il reato».

Accompagnato dall’altro consulente della parte offesa, l’ex brigadiere Edi Sanson, esperto di scene del crimine, e dal figlio Marcello, psicologo, Garofano ha effettuato nel pomeriggio un sopralluogo che lo ha portato prima alla casa di via Porto Franco, dove sarebbe morta Sabrina Beccalli, e in seguito a Vergonzana.