Crema, monopattini in città? Due mesi per le regole

Approvata la proposta in Consiglio comunale. Ma la regolamentazione è ancora una strada in salita

Monopattino elettrico

Monopattino elettrico

Crema (Cremona), 6 dicembre 2019 - Monopattini, che fare? Se lo stanno chiedendo in comune, dove lunedì in coda al Consiglio comunale è stata approvata la proposta di Manuel Draghetti, M5S, che apre la porta alla regolamentazione dell’utilizzo di questo mezzo di locomozione in città. La proposta è stata approvata all’unanimità (qualcuno dei consiglieri ha detto per sfinimento…), ma adesso ci sono 60 giorni di tempo per formare un tavolo tecnico e arrivare ad approvare un regolamento che indirizzi come e dove è possibile utilizzare questo mezzo ecologico, ma anche di difficile inquadramento nell’ambito della circolazione stradale.

Sull’onda dell’apertura che ha fatto il Comune di Milano, dove è stata data via libera a tre società perché affittino i monopattini elettrici, anche a Crema si potrà circolare con questo mezzo (ma non proprio tutti… Dipende dalla tipologia). Ma non subito. Per lo meno, sentendo le forze dell’ordine, al momento diventa difficile stabilire dove effettivamente si può utilizzare il monopattino elettrico. «Questo mezzo è assimilato a una bicicletta a pedalata assistita – dicono – e quindi può circolare sulle ciclabili». Un po’ poco, per la verità, perché i monopattini sfrecciano già in città e sulle strade del circondario di giorno ma anche di notte e viaggiano dappertutto. È vero che sono dotati di un impianto di illuminazione, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un faretto microscopico. È vero che i più avveduti indossano un giubbetto catarifrangente, ma nella maggior parte dei casi si va in giro come capita.

Al momento attuale, se si volesse applicare la normativa, a Crema col monopattino non si può circolare sui marciapiedi, ma non si può viaggiare neppure sulla strada. E non si può utilizzarlo nella zona a traffico limitato. Inoltre, in caso di incidente, sono dolori. Quindi, c’è attesa per il regolamento che sarà necessario definire. Sessanta giorni di tempo per cominciare a normare la circolazione in città, in attesa di una legislazione da aggiungere al codice della strada che dovrà essere promulgata in Parlamento, dove una legge quadro è ferma da oltre due anni perché ogni volta si aggiunge qualche mezzo di locomozione nuovo e bisogna ricominciare tutto daccapo.