Mense scolastiche di Crema, gli insolventi sono dimezzati

L'assessore Galmozzi: primo debito oltre 100mila euro

Mensa a scuola (Foto Castellani)

Mensa a scuola (Foto Castellani)

Cremona, 31 dicembre 2017 - «Un bel taglio agli insoluti e questo grazie al nuovo modo di controllare e alla rateizzazione del debito». Lo annuncia con soddisfazione l’assessore all’Istruzione Attilio Galmozzi che ha appena saputo l’ammontare dei mancati pagamenti delle mense scolastiche relativi all’anno scolastico passato. Il totale, provvisorio, si aggira intorno a 45mila euro ed è diminuito di parecchio, se si pensa che quello relativo al precedente anno scolastico si era attestato intorno a 67mila euro. «Il merito del taglio va diviso in tante parti – conferma l’assessore – perché i provvedimenti presi stanno funzionando tutti. Prima avevamo un debito piuttosto alto, che passava anche i 100mila euro. Poi abbiamo cominciato a controllare chi non pagava e abbiamo dato loro la possibilità di rateizzare il debito, dividendolo in piccole rate.

L'idea ha funzionato. A questa abbiamo aggiunto anche una segnalazione mensile degli insoluti che ci arriva dall’ufficio scuola. In questo modo chi non paga viene subito avvicinato, senza attendere che il debito diventi oneroso. Infine, è giusto dire che le situazioni di emergenza, dove la famiglia non ce la fa a pagare e per questo motivo interviene il comune, sono diminuite. Si tratta di poche decine di persone su un totale di oltre 2000 studenti che quotidianamente accedono alle mense. E, giusto per statistica, possiamo dire che su un debito di 45mila euro, che è l’importo che il comune ha riconosciuto a Sodexo per mancati pagamenti, circa la metà sono da attribuire proprio a famiglie che non possono pagare e per le quali si fa avanti il comune».

L’ultimo esercizio quindi, ha dato un buon risultato. Il debito che il comune ogni anno ripianava alla Sodexo era rilevante e andava ben oltre il suo intervento a favore delle famiglie indigenti. Quattro anni fa il comune aveva passato alla Sodexo 98mila euro, ma l’anno successivo si era arrivati a 116mila. Di qui la svolta, con un controllo più rigoroso e puntuale che aveva già dato frutti nel primo anno di applicazione, portando il debito a 67mila euro per approdare ai 45mila di quest’anno.