Crema, morte Mauro Pamiro: nuovi accertamenti col luminol

Trovato morto due anni fa in un cantiere. Il padre: "Non si è suicidato, lo hanno portato lì"

Mauro Pamiro

Mauro Pamiro

Crema (Cremona) - Sono stati eseguiti, su richiesta dei genitori che mai hanno creduto alla tesi del suicidio, nuovi accertamenti nell'ambito dell'indagine sulla morte di Mauro Pamiro, il 44enne professore di informatica all'istituto Galilei, con la passione per la musica, trovato morto in un cantiere edile di Crema la mattina del 29 giugno di due anni fa. In particolare, gli inquirenti si sono concentrati sull'auto della vittima, una Citroen C3, e nella villetta di residenza in via Biondini al quartiere Sabbioni: da una parte e dall'altra, verifiche accurate con il Luminol, alla ricerca di nuove tracce ematiche potenzialmente utili 24 mesi dopo i fatti.

«In quel cantiere - ha ribadito la sua convinzione mentre gli investigatori erano al lavoro, il padre Franco, allungando di nuovo l'ombra del delitto - mio figlio è stato portato». La Procura aveva chiesto di archiviare la posizione della moglie di Pamiro, Debora Stella, unica indagata per omicidio volontario, come atto dovuto. Perché per il pm titolare delle indagini, Davide Rocco, nella notte tra il 27 e il 28 giugno Pamiro si arrampicò da solo sull'impalcatura della palazzina in costruzione, raggiunse il tetto, prese la rincorsa e si lanciò nel vuoto. L'autopsia aveva stabilito che le lesioni interne erano compatibili con una caduta dall'alto e una telecamera aveva ripreso il professore mentre, in piena notte, si incamminava scalzo in direzione del cantiere. Poi il gip, su istanza dei genitori, ha ordinato i nuovi accertamenti, anche su un frammento di tegola sporco di sangue trovato vicino al corpo del 44enne, che aveva un piccolo foro in mezzo alla fronte.