Coronavirus, radiologo di Crema: "Casi che ora fanno pensare a Covid-19 già a dicembre"

Lo specialista del Maggiore: "Due pazienti con Tac con polmonite interstiziale, che prima capitava ma raramente"

Coronavirus, l'ospedale da campo a Crema (foto Ansa)

Coronavirus, l'ospedale da campo a Crema (foto Ansa)

Crema (Cremona), 31 marzo 2020 - "Non si può dire con certezza ma, visti a posteriori, erano da coronavirus i quadri delle tac fatte a dicembre e gennaio a due pazienti di Crema con polmonite interstiziale, che prima capitava ma raramente". E' la riflessione, a un mese e mezzo dall'inizio dell'emergenza coronovirus, del radiologo dell'ospedale Maggiore di Crema Maurizio Borghetti.

Lo specialista, negli ultimi giorni, ha registrato "un calo considerevole nel flusso delle tac. Dai picchi da 130 al giorno si è abbassato a 30, 40 o 50: stiamo vedendo la luce, i reparti Covid sono ancora pieni ma i nuovi accessi si sono ridotti". "Se ne parla poco ma nella provincia di  Cremona c'è l'incidenza maggiore di coronavirus in Italia, oltre 10 contagiati per mille abitanti, 15 in certi paesi - dice Borghetti, medico di Cesena, 61 anni, da 34 a Crema -. Siamo arrivati ad avere 70 pazienti in osservazione al pronto soccorso, sulle barelle per due o tre giorni. La maggior parte delle tac era positiva. È devastante per gli anziani, ma ho visto tac impegnative anche di trentenni e una, con focolai ovunque, di una 15enne che stata trasferita a Pavia".