Coronavirus, Crema ringrazia la Brigata cubana

Militari e medici pronti a smontare in anticipo l’ospedale da campo. I pazienti sono stati tutti dimessi

Coronavirus, l’arrivo a Crema della Brigata cubana

Coronavirus, l’arrivo a Crema della Brigata cubana

Crema, 17 maggio 2020 -  Signori si smonta. Dopo due mesi di attività verrà smantellato l’ospedale da campo e il personale militare rientrerà in sede. Contemporaneamente anche la brigata cubana che ha gestito l’ospedale da campo si prepara a lasciare Crema e l’Italia. La missione di entrambi sta per volgere a termine e il comune di Crema ha lanciato una sottoscrizione (Iban IT 74 Q 05034 56841000000638937 comune di Crema) i cui fondi raccolti saranno finalizzati per ospedale pediatrico Juan Manuel Marquez di Cuba. Il saluto ufficiale della città ai 52 cubani che per due mesi hanno operato in città è fissato per sabato 23. Il saluto si svolgerà in piazza del Duomo. Intanto sono stati fatti anche i conti di quanto è costata l’operazione.

I militari sono 35, ospitati nell’ex tribunale mentre il personale cubano è formato da 52 professionisti ospitati in parte nell’hotel Ponte di Rialto e in parte presso la casa delle Ancelle di Crema. Le spese di vitto e alloggio ammontano a mille euro al giorno per i militari e 1300 per i cubani. In tutto circa 66mila euro per i militari e 82mila euro per i cubani (senza le spese di alloggio), per un totale di 148mila euro. A queste si devono aggiungere le spese per l’ospitalità che non saranno inferiori a 100mila euro. L’ospedale da campo è arrivato a Crema nella notte del 19 marzo ed è stato montato in pochi giorni, diventando operativo dal 24 marzo, quando sono arrivati 28 pazienti, subito presi in carico dalla brigata cubana, in città dal giorno prima. Quando i pazienti affetti da coronavirus sono stati dimessi, l’ospedale è diventato un centro di riabilitazione polmonare, nel quale hanno trovato posto una quindicina di pazienti.

Tutti i degenti sono stati dimessi la scorsa settimana e anche il personale del centro di riabilitazione polmonare dell’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda, chiamato a dar man forte a Crema, è stato rimandato alla loro sede. L’ospedale è rimasto attivo in attesa di una eventuale seconda ondata del virus, che sin qui non si è verificata. Anzi, il continuo calo dei ricoveri e degli accessi in pronto soccorso ha permesso di anticipare la chiusura del nosocomio, inizialmente prevista per la fine del mese.

Soddisfazione per l’andamento dell’emergenza è stata espressa dal Dg dell’ospedale, Germano Pellegata il quale, esaminando l’andamento della curva epidemiologica nel cremasco e gli accessi nel nostro ospedali di pazienti affetti da coronavirus, si è detto soddisfatto. E in effetti da tre settimane a questa parte la media dell’incidenza del virus è costantemente sotto l’1% giornaliero.