Castelleone, al Tar la centrale a biomasse

Si annuncia il ricorso contro l’autorizzazione della Provincia

La GoDeCa chiede di aprire una centrale

La GoDeCa chiede di aprire una centrale

Castelleone, 13 marzo 2018 - No alla centrale a biomasse, sì al ricorso al Tar, ma con calma. I cittadini e il Comune di Castelleone, ma anche quelli limitrofi, diranno no alla centrale a biomasse che dovrebbe sorgere in territorio di Castelleone, ma vicino a Ripalta Arpina e che interessa anche i Comuni di Montodine e di Madignano. Perché l’aria circola liberamente. E il problema di questa centrale, che brucia residui legnosi, è che secondo gli esperti inquina l’aria, facendo aumentare i valori dei Pm10 e i Pm2.5.

L’azienda che la vuole costruire, la GoDeCa, ha ottenuto il placet dalla Provincia, mentre il Comune di Castelleone non ne vuole sapere e sta preparando il ricorso al Tar. «Abbiamo 60 giorni di tempo dal 15 febbraio – ha detto il sindaco Pietro Fiori – e stiamo preparando il ricorso. Inoltre, sono interessati a questa iniziativa anche gli altri paesi limitrofi». In paese c’è comunque preoccupazione, specie dopo l’assemblea pubblica indetta dal Comune e alla quale hanno partecipato oltre 150 persone, riempiendo la sala.

Nella riunione alcuni esperti hanno puntato il dito contro la centrale. Per esempio, il professor Federico Valerio, direttore del dipartimento di chimica ambientale dell’istituto di ricerca sul cancro di Milano, ha sottolineato come questo tipo di impianto di ecologico abbia ben poco e sia pericoloso, specie se situato in zone dove esistono già problemi con le polveri sottili, giustappunto in questa provincia. Il professore ha dimostrato, dati alla mano, che l’impatto di una centrale a biomasse come quella autorizzata avrà un’incidenza negativa sulla qualità dell’aria. Valerio ha anche detto che non solo a Castelleone non ritiene possibile la costruzione di questa centrale, ma che se toccasse a lui decidere impedirebbe di costruirne in tutta la Lombardia e ha portato l’esempio dell’Emilia Romagna, dove queste centrali sono vietate.

Drastico anche il medico del lavoro e dell’ambiente Celestino Panizza, che ha affermato come l’aumento delle polveri ultrasottili pari a 10 microgrammi il metrocubo porta a un aumento dell’1.2% della mortalità per cancro. Non sono stati solo a sentire i legali dell’azienda, intervenuti alla discussione. Hanno contestato le conclusioni degli esperti e sostenuto che l’impatto sulla qualità dell’aria sarà minimo, interventi contestati dal pubblico presente, tanto che è dovuto intervenire il sindaco per assicurare agli avvocati il diritto di replica.