Eroina covid e cavaliere, Elena: "È il mio ritratto. Ma ci sono tutte le infermiere"

Foto-simbolo: Elena Pagliarini esausta in corsia "Siamo una squadra. Ho pianto per la felicità"

Elena Pagliarini, infermiera di Cremona, addormentatasi dopo un turno 'devastante'

Elena Pagliarini, infermiera di Cremona, addormentatasi dopo un turno 'devastante'

Cremona, 4 giugno 2020 - La foto, scattata dall’amica dottoressa che la ritrae sfinita dopo una notte d’emergenza, era subito diventata virale. Poi il morbo aveva aggredito anche lei. Il tempo di debellarlo ed Elena Pagliarini è tornata al suo lavoro da infermiera al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Cremona. Elena cavaliere della Repubblica. Elena, eroina del Covid.

Emozionata?

«Emozionatissima. Una cosa inaspettata. Mi sono venuti i brividi e mi sono salite le lacrime. Pensavo che si fosse chiuso un capitolo della mia vita e invece se n’è aperto un altro, bellissimo. Felice, felicissima. L’orgoglio personale e quello di donna perché l’onorificenza è arrivata a me e ad altre donne e perché tante donne sono infermiere. Una grandissima emozione che ho subito condiviso con i colleghi in turno con me».

L’hanno festeggiata?

«Qualcuno mi ha preso in giro affettuosamente, ‘Ciao cavaliere’. Tutti si sono complimentati, erano tutti felici. Apprezzano la mia semplicità, la mia umiltà, sanno che non mi piace finire sui giornali. Quando sono arrivati giornalisti e telecamere, ho capito che non ero più nelle condizioni di lavorare come intendo io, Allora ho chiesto di essere sostituta e un collega si è subito offerto di subentrare al triage. La mia amica Francesca Mangiatordi, il medico che ha scattato quella foto, non era in servizio e mi ha inviato un lungo messaggio».

Si sente un simbolo?

«L’ho sempre sostenuto: io rappresento i miei colleghi, perché insieme formiamo una grande squadra, e tutti gli infermieri d’Italia. Anche questo grande riconoscimento che il presidente Mattarella ha voluto assegnarmi, lo considero assegnato a tutta la classe infermieristica. La foto testimonia quello che stavano vivendo pure i miei colleghi».

Com’è stata la sua vita nelle ultime settimane?

«Uscita dalla quarantena, sono corsa da mia madre che non vedevo dal 22 febbraio. Per il resto una vita normale. Qualche passeggiata, qualche uscita, poche. Non mi sento ancora quella di una volta».

Cosa le manca?

«Vorrei recuperare la mia naturalezza. Mi piaceva molto fare la spesa, fermarmi nei centri commerciali, andare per negozi. Avverto uno strano senso di inadeguatezza. Non mi sento ancora libera, ‘pulita’ come prima. È una cosa comune a molti di noi. Finirà, passerà. L’importante è non abbassare la guardia».

Però ci sono anche le cose belle, piacevoli.

«Certo. I sorrisi, i ‘grazie’ che ricevo. La gente che mi ric