Calcioscommesse, gli atti tornano alla Procura di Cremona

Il pronunciamento della Cassazione sulla competenza territoruale dopo che il processo era stato trasferito a Bologna

Calcioscommesse

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Cremona, 8 novembre 2019 - Persone operative in diversi Paesi, utilizzo dei mezzi di comunicazione online e esistenza di sottogruppi di diverse nazionalità: sono queste, secondo la Cassazione, le caratteristiche dell'organizzazione, sgominata nel 2011 da un'inchiesta della Procura di Cremona e accusata di affari illegali con il calcioscommesse: ne facevano parte alcuni ex calciatori della Nazionale, tra cui Beppe Signori, Cristiano Doni, Stefano Mauri.

In seguito il processo era stato trasferito a Bologna, ma secondo la Suprema Corte, chiamata di recente a pronunciarsi sulla competenza territoriale con un'ordinanza di cui ora sono note le motivazioni, proprio per il fatto che non è individuabile un luogo specifico adibito a sede o centro operativo di ciascuno dei gruppo criminali coinvolti, né un luogo dove sia stato stretto il 'pactum sceleris' fra almeno tre sodali, gli atti devono tornare a Cremona. È infatti nella città lombarda che ha sede l'autorità giudiziaria che aveva iscritto la prima notizia di reato. Secondo la prima sezione penale è questo il criterio da seguire per stabilire la competenza, mancando la prova del luogo da cui ebbe inizio la consumazione del reato e non quello che invece individuava Bologna come il punto in cui si è manifestata e realizzata l'operatività dei due principali sodalizi, tra cui quello dei 'Bolognesi' di cui farebbe parte, secondo l'accusa, anche Signori.

Per la Cassazione, invece, Bologna è "il luogo ove operava un particolare sotto-gruppo, che può aver assunto un certo rilievo nei sodalizi, ma che comunque non ne era il nucleo fondatore, e quindi non ha fondamento l'assunto secondo il quale il luogo ove operava il gruppo del bolognesi coincideva con il luogo ove il più ampio sodalizio criminoso si era costituito ovvero aveva iniziato ad operare". Il dibattimento a Bologna era avviato verso la conclusione ed era stata dichiarata la prescrizione per 26 imputati su 31, con l'estinzione dell'accusa di partecipazione ad associazione a delinquere per Doni, Mauri, Sergio Pellissier, Stefano Bettarini, Luigi Sartor, Kewullay Conteh, Mauro Bressan, Roberto Goretti, Alex Pederzoli e Francesco Ruopolo. Dopo la pronuncia della Cassazione, gli atti sono stati rimandati in Lombardia.