Calcioscommesse, incompetenza territoriale: il processo da Cremona a Bologna

Davanti al tribunale lombardo resta la parte del procedimento legata all’ex portiere dei grigiorossi, Paoloni

Calcioscommesse

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Milano, 4 aprile 2017 - Processo a Bologna. Un’ordinanza letta dal presidente Maria Stella Leone formalizza il colpo di scena nel processo calcioscommesse. La parte più importante del procedimento, con gli imputati “eccellenti”, si sposta da Cremona a Bologna dove verranno trasmessi gli atti perché la procura istruisca un nuovo processo. Il tribunale ha dichiarato la propria incompetenza territoriale sulle due principali associazioni per delinquere finalizzate alla frode sportiva per combine nelle partite di calcio, anche di serie A. Due filoni che si sarebbero costituiti a Bologna, una molteplicità di gruppi la cui attività si sarebbe in parte intersecata.

Quasi tutti i difensori avevano sollevato la questione della competenza. I più si erano espressi per Parma. Gli avvocati Lorenzo Tomassini, Daniele Benfenati e Maria Grazia Tufariello erano stati i soli a individuare il tribunale di Bologna “perché, per l’accusa, Bologna è il luogo dove si è svolta anche una sola frazione della programmazione, ideazione e direzione dell’attività”. Nel primo filone rientrano le posizioni di Beppe Signori, l’ex bomber del Nazionale attorno a cui avrebbe ruotato il gruppo dei “bolognesi”, collegato con i finanziatori di Singapore, quartiere generale in via Ugo Bassi, nello studio dei commercialisti Manlio Bruni e Francesco Giannone (che hanno patteggiato); Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta; Sergio Pellissier, attaccante del Chievo; Stefano Bettarini, ex giocatore, il “bello” nelle carte dell’inchiesta, oggi personaggio televisivo; Roberto Goretti, direttore sportivo del Perugia. A Bologna verrà giudicato anche Stefano Mauri, centrocampista della Lazio, fra i personaggi di spicco del secondo filone. A Cremona rimangono gli imputati di una terza associazione per delinquere, fra cui Salvatore Francesco Spadaro, uno dei due “Mister X2 dell’inchiesta “Last Bet” (“Ultima scommessa”).

A Cremona anche il processo a Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese e del Benevento, accusato di avere somministrato ai compagni di squadra l’ansiolitico “Minias” nell’intervallo di Cremonese-Paganese del 14 novembre del 2010, la partita da cui ha preso le mosse l’indagine cremonese condotta dal procuratore Roberto di Martino. L’udienza è stata fissata per il 16 maggio. Sono state ammesse come parti civili la Federazione Italiana Gioco Calcio e la Figc Lega Pro. Il 16 maggio dello scorso anno il giudice dell’udienza preliminare, Pierpaolo Beluzzi, aveva accolto le eccezioni dei difensori e trasmesso alle procure competenti le posizioni degli imputati che dovevano rispondere di singoli episodi di frode sportiva. I patteggiamenti erano stati una quindicina. Sei imputati erano stati processati con il rito abbreviato. Tra questi l’ex ct della Nazionale e della Juve Antonio Conte, che era stato assolto per non avere commesso il fatto. Per 37 imputati di associazione per delinquere, che avevano optato per il rito ordinario, il gup aveva disposto il rinvio a giudizio. Per due di loro, l’ex calciatore del Bari Antonio Bellavista e l’ex manager Luca Burini, c’era stata una mancata notifica dell’atto di chiusura indagini. Il tribunale aveva stralciato le posizioni e restituito gli atti alla procura.