Capralba, sos veleni nella roggia

Schiuma sversata nel Rino e pesci morti: si indaga

La schiuma comparsa nella roggia Rino

La schiuma comparsa nella roggia Rino

Capralba (Cremona), 4 aprile 2018 - «Qualcuno ha deliberatamente alzato le paratie di due vasche di liquame alla cascina Fontanello, a nord di Capralba. E lo ha fatto sicuramente deliberatamente e per creare un danno perché una volta alzate le paratie, sotto ci ha messo uno spessore per evitare che si richiudessero». E’ uno sconsolato Gian Carlo Soldati, sindaco di Capralba, che racconta quel che è successo la notte passata e che sta facendo il conto dei danni procurati.

Il proprietario della cascina, Lodovico Parapini, alle 4.30 si è accorto che qualcosa non andava bene ed è uscito a controllare. Ha così potuto notare che le due paratie delle grandi vasche di liquame erano state aperte. Ha cercato di chiuderle e ha visto che sotto di esse era stato sistemato uno spessore che ne impediva la chiusura. Ha dovuto toglierli per poter far smettere il deflusso del liquame nella roggia Rino che dopo poche decine di metri entra nel Cremasco, in territorio di Capralba. Il liquame ha fatto immediatamente danni. Molti pesci lungo il corso della roggia sono stati visti boccheggiare e poi morire. Del sabotaggio sono stati avvertiti i carabinieri di Caravaggio e quelli di Vailate e anche l’Arpa di Bergamo è arrivata subito sul posto. In breve si è costituita una task force per cercare di arginare il danno. «L’Arpa di Bergamo – dice ancora il primo cittadino di Capralba, ha inviato una ditta specializzata che ha cercato di aspirare la schiuma che si è formata per una cascata detta il salto del mulino, alto oltre un metro e presente all’ingresso del paese. Purtroppo il danno era già stato fatto e solo una parte di schiuma e di acqua inquinata è stata tolta».

Infatti, verso le 14, l’acqua inquinata è arrivata a Crema e nel Serio, dove la roggia confluisce, tra il ponte di via Cadorna e la nuova passerella. Una lunga striscia di schiuma è calata nel fiume portando con sé l’inquinamento e minacciando la vita di flora e fauna del corso d’acqua. «Non è la prima volta che succede – chiude Soldati – perché purtroppo siamo abituati a sversamenti che arrivano dalla bergamasca. Cascine e ditte chimiche che rilasciano inquinanti e noi, paese dei fontanili, ne facciamo le spese». Il proprietario della cascina Fontanello ha le due vasche di liquame collegate con una centralina di biogas e non ha alcun bisogno di sversare nella roggia. Inoltre, le paratie sono munite di valvole di sicurezza che, in questa occasione, sono state manomesse.