Pagamenti in nero, poi l'estorsione ai clienti 10 anni dopo: arrestato artigiano

Vendeva porte e infissi pretendendo contanti e senza emettere fattura. In questo modo oltre all'evasione del fisco ritornava a distanza di tempo a pretendere pagamenti arrivando a ottenere decreti ingiuntivi e pignoramenti

Il passaggio dei soldi di un’estorsione (foto archivio)

Il passaggio dei soldi di un’estorsione (foto archivio)

Chieve, 11 maggio 2016 - Aveva escogitato un redditizio sistema per farsi pagare più volte per la stessa fornitura di porte e infissi a distanza di anni, dopo aver preteso il primo pagamento in nero e in contanti: arrestati per estorsione ed evasione fiscale un artigiano cremasco, sua figlia e la segretaria, sequestrato un ingente patrimonio da otto milioni di euro. L'uomo riusciva persino a ottenere decreti inguintivi nei confronti degli ex clienti che cercava per pretendere nuovamente il pagamento, anche con minacce. Il decreto del Gip di Cremona è stato eseguito dalla Guardia di finanza di Crema. Ai tre viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’evasione fiscale e all’attribuzione fittizia della titolarità di beni.

Il 55enne cremasco, titolare in passato di una ditta di serramenti (per la quale non ha mai versato le imposte), aveva ideato ed organizzato il sistema con il concorso del suo avvocato di Crema, anch’egli accusato per associazione a delinquere. Centinaia i vecchi clienti colpiti dal meccanismo semplice quanto subdolo: dieci anni dopo la cessazione dell’attività artigianale, per la quale ha anche accumulato un debito erariale di oltre 600mila euro, l'artigiano ha cominciato a sollecitare ai vecchi clienti il pagamento di fatture mai a suo tempo emesse e per le quali aveva peraltro già ottenuto il pagamento, giungendo persino a gonfiarne gli importi.

Contava sul fatto che, a distanza di dieci anni (periodo oltre il quale gli istituti di credito non conservano più la documentazione delle operazioni bancarie) e, soprattutto, a causa dell’utilizzo di somme in contanti, i clienti non fossero in grado di dimostrare di aver già pagato i serramenti acquistati. Nei confronti di coloro che si rifiutavano di pagare l’artigiano, giungeva anche a richiedere ai Tribunali l’emissione di un decreto ingiuntivo che gli dava il diritto di pignorarne i beni personali.

Al termine delle indagini, avviate nel 2014 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Cremona, i finanzieri della tenenza di Crema hanno ricostruito un centinaio di casi di estorsione avviati a partire dal 1996 e altri che erano in preparazione. Ultimamente, perfino ad un amico di famiglia, dopo anni di vacanze in barca insieme, era riuscito, con il solito meccanismo, ad estorcere il pagamento degli infissi montati e già pagati nel 2003. Con il provento dell’evasione fiscale prima (dal 2009 i redditi dichiarati sono stati praticamente nulli) e delle estorsioni, dopo, l'uomo ha acquistato dal 1990 ad oggi ben 81 immobili e 9 terreni nelle province di Cremona, Brescia, Bergamo, Lodi ed un posto barca in un porto privato nella provincia di Udine.

Tali beni negli ultimi anni passavano di mano tra diverse società (anche estere) e prestanome, giungendo a concentrare 58 di questi immobili in capo a una società lussemburghese allo scopo di nasconderne la proprietà. Il Gip presso il Tribunale di Cremona ha ora disposto il sequestro “per sproporzione” dei 91 immobili e terreni, di un posto barca, di 16 autoveicoli, di 7 motoveicoli e di 2 rimorchi, delle quote societarie di 13 società, il tutto per un valore complessivo prudenziale stimato di 8 milioni di euro, oltre al saldo dei conti correnti e dei rapporti finanziari riconducibili ai tre indagati.

Contestualmente, mediante l’esecuzione di quattro rogatorie internazionali, sono stati sottoposti a sequestro, da parte delle competenti autorità estere, anche le disponibilità trasferite in modo fraudolento dagli indagati in Francia, Lussemburgo, Svizzera e San Marino.