Manager trovato morto in Turchia, Alessandro Fiori era partito per una donna

Prima della scomparsa un ricovero in ospedale

Alessandro Fiori ripreso in un negozio di Istambul

Alessandro Fiori ripreso in un negozio di Istambul

Soncino (Cremona), 31 marzo 2018 - Lampi di luce nel buio. Sull’oscura vicenda di Alessandro Fiori, il manager 33enne di Soncino, nel Cremasco, trovato con il cranio fracassato nelle acque del Bosforo, in Turchia, due particolari, ancora troppo deboli per risolvere il giallo, illuminano gli angoli di una storia complicata.

Primo riflettore acceso, quello che inquadra l’ombra della donna per la quale Fiori sarebbe partito in tutta fretta il 12 marzo. L’americana esisterebbe. Alessandro avrebbe conosciuto l’americana, giovane e bionda, sabato 10 marzo in una festa privata nella sua Soncino. La ragazza, quando si accommiata, saluta tutti e informa che l’indomani partirà per gli Stati Uniti. La sera di domenica però Alessandro viene a sapere che lei è ferma a Istanbul, perché ha perso la coincidenza aerea e resterà lì per qualche ora. Decide di prendere un aereo e raggiungerla, ma quando arriva, lunedì pomeriggio, lei è già partita. A questo punto il giovane manager soncinese si trova in Turchia senza un biglietto di ritorno e decide di restare lì un paio di giorni. Fa scalo all’hotel e ci resta la notte da lunedì a martedì. In piena notte manda un sms al padre nel quale chiede informazioni sulla riparazione di un orologio, ma non dice dove si trova. Il padre Eligio vede il messaggio la mattina successiva e risponde chiedendo al figlio se non ha meglio da fare la notte che chiedere informazioni su un orologio, senza ottenere risposta.

Martedì Fiori fa un giro turistico della città con un taxi messo a disposizione dalle linee turche con cui è approdato in Turchia. Il manager si ferma in una libreria e fa acquisti molto vistosi, dato che alla fine il conto è di duemila euro, totale che salda con una carta di credito. Dei libri però non c’è traccia. Le riprese video che inquadrano Fiori per strada e in un locale risalgono a prima dell’acquisto. Dopo, il mancato prelievo con il bancomat, effettuato qualche ora più tardi e attorno al quale verte tutta la vicenda. Qualcuno con il bancomat di Alessandro Fiori tenta di prelevare 8mila euro, operazione impossibile perché il plafond è di 3mila euro. Di fronte a questa richiesta la macchina sequestra la tessera. Ma qui I ricomincia il buio. L’ipotesi più probabile è che qualcuno, avendo notato la disponibilità dell’uomo, lo abbia sequestrato e costretto a effettuare il prelievo impossibile. Non è improbabile che la barriera linguistica abbia impedito a vittima e carnefice di spiegarsi e che il rapinatore (o i rapinatori) abbiano preferito sbarazzarsi dell’ostaggio, ammazzandolo. Ma dai media turchi arriva un’altra esile lama di luce sul mistero. Il 15 marzo, Fiori sarebbe caduto per strada, forse per un malore. Qui si sarebbe rotto gli occhiali. Portato in ospedale, nel centro di Istanbul, ne è uscito sulle sue gambe, sotto l’occhio delle telecamere. Da lì, più nessuna traccia fino al ritrovamento del corpo.