Manager di Soncino ucciso in Turchia, un muro di silenzio

Nessuna risposta alle richieste delle autorità di ottenere filmati e foto della scena del crimine

L’ultima immagine di Fiori su un bus in Turchia

L’ultima immagine di Fiori su un bus in Turchia

Soncino (Cremona), 17 maggio 2019 - Il dolore si amplifica col passare dei giorni. E anche per questo «non parteciperemo alla commemorazione di nostro figlio, questa sera alla Filanda. Ringraziamo gli amici di Alessandro per quanto faranno, ma tutto questo ha riaperto la ferita e mia moglie non fa altro che piangere tutto il giorno. Ci sarà in rappresentanza della famiglia l’altro nostro figlio Davide». Lo dice con un filo di voce Eligio Fiori, padre di Alessandro, il manager di 33 anni di Soncino ammazzato in Turchia lo scorso anno, a marzo. Il padre e tutta la famiglia stanno attendendo giustizia, con sempre meno speranza di ottenerla.

«Ho parlato recentemente con il nostro avvocato a Istanbul che mi ha riferito, costernato, che non ci sono novità - spiega Eligio Fiori -. Riteniamo che il nuovo procuratore, che occupa il posto ormai da sei mesi, non abbia fatto alcun progresso nel caso, e purtroppo non ci pare abbia intenzione di far nulla». Stasera alla Filanda di Soncino, il paese della famiglia, dalle 20 gli amici di Alessandro si troveranno a leggere lettere e pensieri in ricordo dell’amico scomparso. Una commemorazione civile.

Intanto anche l’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca continua a cercare di tenere alta l’attenzione, anche se non nasconde irritazione e delusione per quel che accade (o meglio, non accade): «Sono in contatto - dice - con la procura di Roma che indaga sull’assassinio, ma siamo sconcertati. Da due mesi il magistrato ha chiesto al collega turco filmati e fotografie del luogo del ritrovamento del cadavere a compendio dell’autopsia, senza alcuna risposta. Dobbiamo ricordare alla Turchia che ha preso 14,5 miliardi di euro per la sua preadesione all’Unione europea, ma che a quanto pare non è in grado di dare risposte su un caso di assassinio di un turista italiano. Oppure non vuole dare risposte. Tutto questo è molto grave».

In effetti il caso di Alessandro Fiori presenta aspetti a dir poco anomali. Un giallo. Il manager di Soncino era volato in Turchia il 12 marzo dello scorso anno, per sparire il giorno successivo e venir trovato ormai senza vita sulla riva del Bosforo, a Istanbul, soltanto il 28 marzo. L’autopsia aveva stabilito che la morte doveva essere fatta risalire a due giorni prima. Poi però, nel corso degli accertamenti, sono cominciati i problemi e i misteri. Dapprima la Procura turca aveva cercato di far passare la tesi del suicidio, smentita clamorosamente dall’autopsia. Poi c’erano stati tre cambi nella direzione delle indagini.

Infine, vi erano state lungaggini nella consegna definitiva dell’esame autoptico. E quando dal responso era apparso chiaro che Fiori era stato ammazzato, è cominciato l’ennesimo gioco a fare tardi, con l’apertura di un fascicolo per omicidio, i tempi biblici per la consegna del verbale tradotto dell’autopsia e, da ultimo, la mancata consegna di foto e filmati del luogo del ritrovamento del cadavere. Tutto questo fa pensare che non ci sia alcuna volontà di chiudere positivamente il caso.