Crema, 20 marzo 2014 - L’incontro non s’ha da fare! E, infatti, è saltato. Solo alle 17 di ieri pomeriggio, ma in tempo per rimandarlo a data da destinarsi. Che, probabilmente, non sarà mai fissata. Parliamo dell’incontro che avrebbe dovuto svolgersi oggi tra il direttore generale dell’ospedale di Crema, Luigi Ablondi e il direttore della Abbott Italia. «Niente incontro. E in effetti ho concordato con il direttore della Abbott – riferisce Ablondi – che al momento nessuno è pronto per una definizione della questione dei kit fallati. Per quel che ci riguarda, ogni giorno qualche paziente viene a rifare i prelievi. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ne sono arrivati una trentina. Penso che avremo il quadro definitivo della situazione intorno a Pasqua. Ora cosa avremmo potuto definire? E per dirla tutta, ritengo che la questione uscirà dalla nostra orbita per approdare in ambito regionale, se non addirittura ministeriale».

Questo quanto emerso oggi a Crema, mentre a livello regionale e nazionale, altri numeri vengono resi noti. Per esempio, c’è stata un’interrogazione avanzata dagli esponenti del Pd, tra i quali il cremasco Agostino Alloni, al parlamento regionale lombardo alla quale ha risposto l’assessore Mario Mantovani. Se a Crema i kit fallati sono stati 50 per 5000 analisi, dei quali usati per un totale di 3403 analisi, che hanno visto interessati 2467 pazienti, dei quali oltre 300 impegnati nel rifare le analisi del sangue, a livello lombardo si parla ormai di 41mila esami (410 kit) eseguiti su 650 kit acquistati nei 18 tra laboratori e ospedali che lo hanno utilizzato, con un picco al San Raffaele, dove sono stati eseguiti 18mila esami per 180 kit. Ancor più impressionante la situazione in Italia, dove a utilizzare l’ormai famigerato kit per la marcatura del paratormone sono stati 170 laboratori. E si può parlare di almeno 50mila interessati a ripetere gli esami. Numeri che poi da convertire in spese e risarcimenti.