Cremona, 27 agosto 2012 - Sarebbe dovuto diventare un campione del Motocross, Efrem Morelli, cremonese di 33 anni. Le prime moto le ha cavalcate quando aveva appena 14 anni, poi a 17 ha gareggiato nel primo campionato europeo, e per i successivi tre anni il suo impegno è stato serio e costante. A quel tempo il nuoto era di là da venire, per lui solo un modo per migliorare la preparazione atletica durante l'inverno. Nel 2000 però la vita di Morelli è cambiata d'improvviso. Una caduta in gara ha interrotto il suo sogno, costringendolo su di una sedia a rotelle. Ma quando un uomo nasce con spirito combattivo non si lascia fermare.

È stato facile ritornare a praticare sport a livello agonistico?
Per due anni mi sono fermato. Avevo bisogno di riprendere le fila della mia vita. Ma la competizione mi mancava. Per me l'agonismo è necessario, non sono mai riuscito a praticare sport solo per passione.

Prima di arrivare al nuoto sei passato però attraverso il basket...
In ospedale mi avevano consigliato una squadra di basket in carrozzina, non era male, ma non ero particolarmente bravo, ed in più avevo qualche problema di integrazione. Gli sport di squadra non mi si addicono, sono una persona molto individualista.
In quel periodo frequentavo anche delle piscine per via della terapia abilitativa, e pian piano ho cominciato ad appassionarmi al nuoto.

È stato a quel punto che hai deciso di dedicarti a questo sport?
Esatto. Avevo trovato su Internet i contatti della Polisportiva Bresciana No Frontiere, la mia attuale società, e così mi lancia nell'avventura sportiva interrotta qualche anno prima.
Quando il tecnico della squadra mi vide nuotare, mi disse subito che avevo le potenzialità per arrivare alle Olimpiadi. Il debutto è arrivato nel 2005, con la vittoria ai campionati italiani di Napoli. Poi nel 2006 ho partecipato ai campionati mondiali in Sud Africa, e nel 2007 a Taiwan.

La tua è stata un'ascesa piuttosto rapida; dopo appena tre anni di gare sei sbarcato a Pechino...
La prima Olimpiade è stata un'esperienza fondamentale, anche se il risultato non è stato brillante. Ero arrivato molto stanco psicologicamente, e così non sono riuscito a fare meglio del 10° posto nei 100 metri rana.

E di Londra cosa ci dici? Ti sente più preparato?
Senza dubbio, quest'anno sono molto più carico, perché so su cosa lavorare e come. Il 4 settembre gareggerò nei 100 metri rana, mentre il 7 sarà la volta dei 50 metri farfalla. Sulla rana ho più probabilità di raggiungere un buon piazzamento, mentre la seconda gara è più complicata perché un errore sui 50 metri lo si paga molto caro. In ogni caso non credo di poter puntare alla medaglia. Gli avversari sono tutti molto forti e temibili, soprattutto gli atleti che vengono dalla Cina.

di Andrea Ruscitti