La scuola ai tempi di recupero

Non basta aspettare il fatidico 7 gennaio e pensare che per quella data tutto tornerà a posto

Milano, 6 dicembre 2020 - 

LETTERA

Vedo mia nipote arrangiarsi per seguire le lezioni a distanza, fa sacrifici, ma la verità è impietosa: chiuderà il biennio delle superiori senza conoscere i suoi compagni e con una preparazione che è piena di lacune. Non so quando riuscirà e potrà recuperare il tempo perso. Renato V., Lecco

RISPOSTA

Non basta aspettare il fatidico 7 gennaio e pensare che per quella data tutto tornerà a posto. Il riferimento non è alla riapertura degli impianti sciistici, è a un valore fondamentale di uno Stato che si reputa moderno e che sta pagando l’indicibile: la scuola. Fissata la ripresa delle lezioni non è che d’incanto tutto si risolverà. Primo perché i ragazzi già vengono da un anno chiuso in modo raffazzonato ed ora rischiano di accumulare altro ritardo con quattro mesi praticamente vissuti in una bolla. Un quadrimestre per recuperare il tempo perso? Può bastare? Mah, questione da insegnanti. Ma individuare come dare loro la possibilità di recuperare il tempo perso compete a chi deve garantire il diritto fondamentale all’istruzione. Ma troppe voci si sovrappongono nei lamenti e quello della scuola sembra restare soffocato. Si profila una maxi sanatoria e avanti con una formazione scolastica azzoppata dalle tracce lasciate dal virus. Vero che nella vita c’è sempre tempo per recuperare, ma non si sta facendo del bene ai ragazzi.