Covid in Lombardia: tamponi rapidi dal medico. Rsa, screening bisettimali

Dalla Regione nuove linee guida: le residenze per anziani potranno gestire in isolamento gli anziani positivi, ma solo quelli senza o con pochi sintomi

Un tampone per il Covid-19

Un tampone per il Covid-19

Milano, 26 novembre 2020 - Tamponi rapidi ogni quindici giorni al personale e agli ospiti di Rsa e altre strutture sociosanitarie, con l’impegno della Regione a «lavorare per riservarne uno stock ai parenti, ove sarà possibile consentire visite». E tamponi rapidi dal medico di base: i circa mille mutualisti (su circa seimila in Lombardia) che hanno dato disponibilità, in studio o in «centri territoriali Covid» messi a disposizione dalle Ats, «a breve» inizieranno a farli ai loro pazienti sospetti Covid o “contatti stretti”, perché ieri la Regione ha approvato per loro le linee guida – «confrontate con le principali associazioni di categoria» - che le Ats avevano già tracciato per privati e farmacie, ha ricordato l’assessore al Welfare Giulio Gallera, spiegando che in poco più d’una settimana di test antigenici del coronavirus in Lombardia ne son stati fatti 73.766. Gallera presentava, insieme al dg Marco Trivelli, la delibera che introduce la possibilità (chiesta da molti gestori) per le Rsa di non inviare altrove, come imposto dalla riapertura di giugno, gli ospiti che risultano positivi al virus ma con pochi sintomi, o nessuno (gli screening ne stanno scoprendo molti), previa verifica dell’Ats che la struttura sia in grado di gestirli con isolamento, personale adeguato e ossigenoterapia, come prevedono le linee guida dell’Istituto superiore di sanità. «I positivi non torneranno in Rsa dagli ospedali», chiarisce l’assessore, e gli ospiti con sintomi importanti, o che una residenza non ha possibilità d’isolare e curare, continueranno ad andare, secondo necessità, in ospedale o in apposite «degenze di comunità» che più che ai Covid Hotel somiglieranno alle strutture per subacuti destinate anche ai malati in uscita dagli ospedali. 

Ospedali dove ieri sono tornati ad aumentare di dieci i ricoverati per Covid in terapia intensiva (942), ma sono diminuiti di 246 (a 8.114) quelli nei reparti. Mentre le vittime lombarde della pandemia superavano, di cinque, quota 21mila: dei 155 morti ieri, 52 sono del Milanese, 29 della provincia di Como, 20 del Varesotto. «Lo sappiamo, è l’ultimo dato che migliorerà», ha osservato l’assessore, spiegando che «c’è una crescita di pazienti non-Covid nei pronto soccorso e una riduzione costante dei letti impegnati per Covid», anche se «più lenta» rispetto a quella dei contagi. L’Rt calcolato dall’Ats a Milano, come anticipato dal Giorno, è sotto uno: «0,86», ha detto ieri Gallera, spiegando che questi dati «quasi da zona gialla» andranno confermati domani dall’Iss. E che un passaggio dal rosso all’arancione, risultato «dello sforzo dei lombardi», dovrà avvenire con «una riapertura lenta, con prudenza e senso di responsabilità». Giulia Bonezzi