Covid: la Lombardia insegue la discesa della curva (e la zona arancione)

La crescita non è più esponenziale ma non basta. Serve il segno meno per dare respiro agli ospedali lombardi

Emergenza Covid

Emergenza Covid

Milano, 22 novembre 2020 - La Lombardia è sul "plateau". In sostanza la regione sta attraversando, secondo gli esperti, una fase di stabilizzazione della curva epidemiologica. Da diffusione del virus ha smesso quindi di crescere in maniera esponenziale, seguendo invece un andamento lineare. Un segnale incoraggiante, anche se l'obiettivo è iniziare a percorrere la discesa di questa seconda ondata pandemica. Ieri in Lombardia, la regione più colpita dalla diffusione del virus, i nuovi contagi giornalieri erano 8.853, con il rapporto casi-test molecolari, sceso di quasi due punti percentuali al 19,9% contro il 21,8% del giorno precedente. Sempre alto, come da trend degli ultimi giorni, il numero dei guariti-dimessi: +5.640 in 24 ore. Il fronte più caldo dell'emergenza sanitaria resta quello degli ospedali: i numeri di questa estate (a fine luglio i ricoverati erano scesi sotto quota 200), quando la pressione sui presìdi ha raggiunto i minimi da inizio pandemia, sono ancora lontanissimi. Ieri aumento di 6 nelle terapie intensive (che hanno raggiunto i 936 pazienti) e di 10 i pazienti negli altri reparti, per un totale di 8.314. La crescita, però, non è più impetuosa, come accadeva nelle scorse settimane. Basti pensare che domenica 8 novembre i ricoveri facevano segnare un +412, con un incremento di 40 nelle terapie intensive. Ma questo non basta. Anche con una crescita lineare gli ospedali andrebbero comunque incontro a una progressiva saturazione: l'obiettivo è invertire la rotta, arrivando al "segno meno".

La curva dei ricoveri in Lombardia (dati da dashbord Regione Lombardia)
La curva dei ricoveri in Lombardia (dati da dashbord Regione Lombardia)

La chiave per la zona arancione

Proprio i dati saranno fondamentali per passare dalla zona rossa a quella arancione. Quel che è certo è che la Lombardia resterà nella zona a rischio più alto almeno fino a venerdì 27 novembre. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, venerdì ha firmato l’ordinanza con la quale ha confermato, per la Lombardia, la decisione presa il 4 novembre scorso, "ferma restando – però – la possibilità di una nuova classificazione". L’ordinanza scade il 3 dicembre e la Lombardia, dal punto di vista dei dati, si trova già oggi in una situazione da zona arancione ma perché si possa passare da uno scenario di rischio all’altro, perché si possano attenuare le misure in vigore occorre attendere, come da decreto, la scadenza di venerdì 27. A quel punto, se zona arancione sarà, la richiesta della Regione, forte del sostegno dai sindaci delle città capoluogo, sarà quella di rendere arancione l’intera Lombardia, senza distinzioni tra le province

Il rebus Natale: in arrivo un nuovo Dpcm

Resta aperta anche la partita del Natale, che vede il Governo al lavoro per nuove misure per affrontare le imminenti festività. Con la consapevolezza che il quadro sanitario generale è in continua evoluzione e che è quindi impossibile delineare prospettive certissime. Secondo l'infettivologo del Sacco Massimo Galli: "Una cosa è certa. Non possiamo aspettarci di far finta che non sia accaduto nulla: dobbiamo evitare di fare a Natale quello che abbiamo fatto a Ferragosto". Allo studio ci sono misure per le aperture dei negozi, locali e ristoranti. Ma anche misure relative agli spostamenti. "Mancano 40 giorni a Natale e in questo momento i dati epidemiologici ci dicono che non ci si può spostare tra regioni, ma ci aspettiamo che i numeri migliorino e che quindi siano possibili deroghe" ha detto la sottosegretaria del ministero della Salute, Sandra Zampa. Se non è escluso un allentamento del coprifuoco, nessun allentamento dovrebbe invece essere concesso per eventi in piazza o in altri luoghi d'aggregazione, né per le feste. 

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