Costituzione, politica e dintorni

Tre ricette per rialzare la testa

Milano, 21 luglio 2019 - Nuovi equilibri politici trasformano radicalmente il mondo che abbiamo costruito e vissuto. Lo racconta con grande lucidità Sabino Cassese, uno dei maggiori giuristi italiani, giudice della Corte Costituzionale ed ex ministro, in “La svolta”, dieci “Dialoghi sulla politica che cambia”, Il Mulino. Tutto precipita nel biennio 2017-2018, sino alla nascita del governo del “cambiamento” formato da Cinque Stelle e Lega. Ma la crisi ha radici antiche in un’Italia refrattaria alle riforme e piegata da poteri e interessi oscuri. Ed è amplificata da «successi e crisi dell’Europa», da controversi aspetti della globalizzazione che ridanno fiato alle rivendicazioni degli Stati nazionali, da una serie di conflitti tra «felicità e inquietudini» cui «il vuoto della politica» non sa dare risposte di fiducia. Gli assetti tradizionali traballano, le élite sono contestate, si sviluppa «una democrazia come leaderismo». Ci vogliono conoscenza politica e istituzionale e spirito critico, per capire come affrontare la crisi e darle soluzioni.

Senza cercare scorciatoie. Ma rinsaldando i principi della nostra Costituzione e ai valori della democrazia liberale. Questo panorama allarmante è ben raccontato anche da “I 24 mesi che hanno messo in ginocchio l’Italia” di Ernesto Auci, ex direttore de “IlSole24Ore”, editore ed ex deputato di Scelta Civica, edito da Goware: una raccolta di cronache ragionate, documenti e giudizi che tiene insieme l’analisi economica e le proposte politiche. Al «governo sovranista e populista» Auci non lesina critiche. E insiste sull’equilibrio dei conti pubblici, non per rigorismo ideologico ma per consapevolezza del fatto che proprio l’eccesso del debito non consenta né investimenti di lungo periodo né scelte di politica economica favorevoli all’innovazione e alla competitività dell’economia. Serve «un progetto politico di riformismo sociale di mercato», legando la lezione liberale di Einaudi a quella di Keynes, nell’equilibrio responsabile tra Stato e mercato, investimenti pubblici e impresa privata. Il riferimento è l’Europa, «testimoniando con il coraggio della verità» i vantaggi e i vincoli del sistema Ue, senza inseguire «le false verità che stanno avvelenando l’ambiente in cui viviamo».

Sfida complessa. Che investe gran parte dei sistemi democratici occidentali. Lo raccontano bene Steven Levitsky e Daniel Ziblatt, professori di Scienze politiche ad Harvard, in uno dei libri più acuti in circolazione, “Come muoiono le democrazie”, Laterza. Si documentando i passaggi cruciali «attraverso cui una democrazia, oggi, può essere svuotata dall’interno», si esaminano le storie di Trump e Orban, Erdogan e Putin, si ricorda che «non ci sono vaccini che ci proteggono dalla morte» dei nostri regimi democratici. Il potere, conquistato attraverso regolari elezioni, può virare verso le «democrazie illiberali» operando «all’interno delle stesse istituzioni e con mezzi legali». Ed è dunque indispensabile una forte consapevolezza critica a tutela delle libertà.