A Fellini non piace il mio film Bene, io sono d’accordo...

L’incontro, la bocciatura, lo spiraglio e il no nel racconto dell’intellettuale "Non mi stupisco, per la povertà, sciatteria e rozzezza con cui ho girato"

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Un altro racconto formidabile, sul Giorno, di Pier Paolo Pasolini, di una sincerità e una lucidità quasi sconcertante. Lui che viene “bocciato“ dal grande Federico Fellini, e umilmente dà ragione al maestro del cinema, lanciatosi nel mondo della produzione di pellicole con la sua “Federiz“, in società con Angelo Rizzoli e Clemente Fracassi. Riconoscendo la "sciatteria, la povertà, la rozzezza, la goffa scolasticità quasi anonima con cui ho girato". In un mondo nel quale tutti, ancor oggi, si sentono in credito con la vita, lui - Pasolini - no, ammette gli errori e accetta il giudizio sincero e secco del maestro, appena stemperato da quel "se il film verrà a costare veramente poco, è un tentativo che si può fare".

Poi interverrà Cino Del Duca per salvare il film-sogno “Accattone“ con un Pasolini che - fra le polemiche - abbandonò amaramente l’utopia marxiana.