Coronavirus, mix di super anticorpi blocca l'infezione

E' quanto emerge da uno studio internazionale realizzato in collaborazione con esperti del Sacco. Si aprono nuove prospettive di cura

Massimo Galli,  direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco

Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco

Milano, 30 settembre 2020 - Scoperti due super anticorpi che  bloccano l'ingresso del virus SarsCov2 nelle cellule: agiscono con meccanismi leggermente diversi fra loro e se somministrati in piccole dosi, singolarmente o insieme, riescono a prevenire l'infezione nei topi. Il risultato, che apre la strada a nuove terapie basate su cocktail di anticorpi (utili anche contro i virus mutanti), è pubblicato su Science da un gruppo internazionale guidato dall'Università di Washington, a cui hanno partecipato anche Massimo Galli, Agostino Riva e Arianna Gabrieli dell'ospedale Sacco di Milano. 

Secondo il virologo Galli, i due  nuovi anticorpi neutralizzanti, denominati S2E12 e S2M11, sono "assai promettenti per sviluppi futuri nella cura di Covid-19", come spiega in un tweet. I ricercatori li hanno identificati passando in rassegna quasi 800 anticorpi isolati da 12 pazienti guariti dall'infezione. Il loro meccanismo d'azione è stato studiato a livello molecolare grazie al super microscopio crioelettronico (una tecnologia premiata con il Nobel per la chimica nel 2017). In questo modo si è scoperto che sia S2E12 che S2M11 impediscono al virus di attaccarsi al recettore Ace-2 della cellula ospite e lo fanno con meccanismi d'azione diversi e in competizione fra loro.

L'anticorpo S2M11, in particolare, riesce anche a bloccare la famosa proteina Spike che il virus usa come chiave per entrare nella cellula, impedendo di fatto l'infezione. Oltre a neutralizzare il virus, gli anticorpi sembrano favorire anche la reazione di specifiche cellule immunitarie che combattono le infezioni, aiutandole a eliminare il nemico. "Pensiamo che sfruttare meccanismi d'azione multipli, diversi e complementari permetta di avere più benefici nelle applicazioni cliniche", scrivono gli autori dello studio. "I nostri risultati aprono la strada al perfezionamento di cocktail di anticorpi per la profilassi o la terapia che potrebbero presentare il vantaggio di evitare o limitare la comparsa di virus mutanti capaci di sfuggire alle difese dell'ospite".