Milano, 14 ottobre 2020 - Inevitabili le conseguenze del Coronavirus sui posti di lavoro in Lombardia: sono 110mila quelli persi nei primi 6 mesi del 2020. Di tanto, infatti, è calato il numero degli occupati tra gennaio e giugno di quest'anno, rispetto al 2019. Una diminuzione rilevante, che non si verificava dalla crisi del 2009, che interessa esclusivamente i lavoratori con contratto flessibile, a tempo determinato, in particolare del settore commercio e servizi. E' quanto emerge da una ricerca condotta per conto della Cisl Lombardia, sulla base dei dati Istat e Unioncamere, e presentata questa mattina nel corso dell'esecutivo del sindacato, riunito a Castelnuovo del Garda.
''Dopo la sostanziale stabilità registrata nel primo trimestre 2020, nel periodo compreso tra aprile e giugno il pieno dispiegarsi degli effetti dell'emergenza sanitaria ha determinato un significativo calo del numero di occupati in Lombardia, pari al 2,4% - ha spiegato Elio Montanari, curatore della ricerca -. Una diminuzione rilevante, che viene mitigata dal blocco dei licenziamenti e dall'esplosione della cassa integrazione. Solo a inizio 2021, quindi, si potrà avere un'idea più chiara dell'impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro e sull'economia lombarda''.
A sollevare preoccupazioni è anche il calo delle imprese lombarde: a fine giugno 2020, confrontato con l'anno precedente, il numero di imprese attive in Lombardia è calato di circa 5mila unità. ''Si tratta di un netto peggioramento rispetto alla tendenza già negativa che, dopo quattro anni di debole espansione, aveva caratterizzato il 2019 - ha aggiunto Montanari -. Rispetto alla situazione nazionale, dove la variazione delle imprese attive si ferma al -0,2%, si evidenzia un maggiore deterioramento della situazione imprenditoriale in Lombardia per il più prolungato impatto della crisi nella regione''.
''La chiusura di centinaia di imprese e il forte impatto negativo sui livelli occupazionali della pandemia nei primi sei mesi del 2020 impongono al Governo e alla Regione di utilizzare al meglio le risorse già oggi disponibili e quelle che saranno messe a disposizione dall'Europa, Mes - ha sottolineato il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci -. Vanno sostenute le imprese che innovano e investono in lavoro stabile ed è necessario rilanciare con forza le politiche attive per accompagnare i lavoratori - soprattutto quelli meno qualificati - in un mercato del lavoro che non sarà più quello che abbiamo conosciuto''. ''Tutto questo - ha aggiunto - sarà tanto più efficace quanto sarà realizzato, a Roma come a Milano, in un costante confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali''.