"Cogito", un lungo viaggio fra le sfumature del jazz

L’album del musicista Fabio Isella nasce da un percorso che tocca Europa, Africa e Usa

Il musicista Fabio Isella

Il musicista Fabio Isella

Erba (Como) - Un viaggio cosmico accompagnato da atmosfere e influenze variopinte. Sono gli incontri fra tante personalità diverse ad aver dato origine al primo episodio di “Cogito“, l’album del musicista Fabio Isella, da poco uscito anche sulle principali piattaforme streaming. È stato un lavoro lungo e complesso, nato negli Usa e terminato in Italia. L’attesa è però ora ripagata da 44 minuti da riscoprire ad ogni ascolto. Non solo jazz. Ogni tentativo di classificazione risulta stonato. Classe 1982, Fabio Isella ha avuto un percorso musicale unico per un artista nato in Italia. Inizia a suonare da piccolo e dopo le medie e le superiori del rock e del reggae incontra la musica sub-sahariana suonando le percussioni con alcuni dei più grandi Maestri Seydu Dao, Surakata Djabatè, Kumbana Kondè, Famadou Konatè, Mama Drabà, Bebè Djoula fra gli altri. Parte dei Sirabadenou. Conosce la Kora tramite Moussa Sanou ed incontra il Maestro Ballakè Sissoko. Collabora per il teatro con Corrado Accordino, Tommaso Amadio, Teatro binario 7, Filodrammatici, Il Piccolo di Milano, Dani Kouyatè e Serena Sartori. Accompagna Badarà Sek insieme a Mauro Pagani. Si trasferisce a Parigi dove inizia ad ascoltare jazz e studiare all’attuale IMEP con Peter Giron, Rick Margitza fra gli altri. Con una borsa di studio arriva a Boston dove incontra Ed Tommassi, Darren Barret, Tim Miller, Greg Hopkins, Hal Crook, Jackson Shultz fra i molti altri. Tornato in Italia suona con Guido Bombardieri, Carlo Atti, Daniele Germani, Cosimo Boni, Antonio Cervellino, Marco Castiglioni, Marco Bonetti fra i molti altri. Affascinato dalla composizione, arrangiamento e l’improvvisazione si imbarca nel viaggio che porta alla creazione di Cogito. Cos’è Cogito? "Cogito è un insieme di immagini e sentimenti musicati. C’è voluto un po’ di coraggio da parte mia nel credere che questi brani potessero essere completati come li sentivo nella mia testa. Personalmente non mi sento di appartenere ad una corrente o a un genere, faccio solo quello che sento mi rappresenti e cerco di farlo al meglio". Quali sono le principali influenze ed esperienze che hanno condizionato la creazione dell’album? "Sicuramente c’è un po’ di jazz, electric, un po’ di afro.. Le melodie sono semplici, cantabili, nulla di complicato come anche le forme del resto. L’improvvisazione è fondamentale. Ogni brano ha però un’estetica generale dal colore molto intenso e ben definito". Cogito è formato da diversi episodi? "Sì, il secondo episodio di Cogito sarà un po’ diverso dal primo, forse meno consono all’etichettamento jazz. Ammesso che realmente si possa dare una definizione precisa alla parola jazz. Sarà costituito da due brani per un totale di circa 40 minuti e vedrà come ospite Ballakè Sissoko e chissà forse ci sarà una grande sorpresa".