Medici di base in allerta: "Evitiamo gli stessi errori"

I professionisti comaschi chiedono che vengano poste in atto contromisure per evitare assembramenti all’interno dei loro studi e contribuire al contagio

Ospedale di Como

Ospedale di Como

Como, 25 agosto 2020 - I numeri del Covid sono tornati a salire, anche in provincia di Como e i medici di assistenza primaria, cioè quelli di base, chiedono che vengano poste in atto contromisure per evitare assembramenti all’interno dei loro studi che potrebbero diventare veicoli di diffusione del contagio. «Basterebbe proseguire in maniera convinta con la dematerializzazione delle ricette – spiega la dottoressa Elena Castelli di Veniano – In pratica quello che si era fatto quando eravamo alle prese con la prima ondata. Non ha senso far venire in ambulatorio pazienti anziani e cronici solo per permettere loro di ritirare la stampa della ricetta con la prescrizione dei farmaci».

Un assurdo lombardo più che italiano visto che in altre regioni è il medico che pensa a tutto caricando la ricetta sul sistema informatico. «A quel punto al paziente basta andare in una qualsiasi farmacia e presentare la tessera sanitaria per ottenere le medicine di cui ha bisogno. Funzionava così anche in Lombardia nei mesi del lockdown, ma adesso siamo tornati alle ricette di carta perché sembra che ci siano problemi informatici». Inutile dire che ai medici di assistenza primaria le Ats hanno distribuito guanti, mascherine e kit usa e getta con il contagocce nonostante la categoria abbia pagato un tributo altissimo al Covid. Per questo una settantina di medici di base della provincia di Como hanno deciso di correre ai ripari chiedendo all’Ats di attivarsi per tempo. «La dematerializzazione delle ricette è solo una delle nostre richieste – concludono – Chiediamo di semplificare le regole burocratiche che oltre a complicare la vita di noi medici fanno perdere tempo anche ai cittadini».