Taborelli, filati di eccellenza per first lady e attori da Oscar

E' una delle aziende di punta del distretto serico comasco

Tessitura Taborelli

Tessitura Taborelli

Colverde (Como), 1 ottobre 2018 - Tra le loro mannequin non ci sono solo le modelle più belle e pagate al mondo, nei giorni scorsi impegnate sulle passerelle di Milano, gli abiti e gli accessori che le più grandi maison della moda internazionale confezionano a partire dai tessuti prodotti negli stabilimenti di Como fanno letteralmente il giro del mondo e finiscono per essere indossati dai grandi della terra. Michelle Obama ad esempio in compagnia di molte altre first lady, gli attori dell’Accademy alla cerimonia degli Oscar e in generale il bel mondo che riempie le copertine dei rotocalchi e le pagine delle riviste patinate. «È sempre una bella emozione riconoscere un tessuto che si è creato, anche se rielaborato e trasformato in abito da un grande stilista, indosso a un personaggio famoso o ospite di qualche trasmissione in tv. Ogni anno produciamo due intere collezioni di 1.500 campioni l’una, un totale di tremila creazioni, eppure per chi come me vive in mezzo a questo mondo è impossibile non riconoscerle al primo sguardo».

Un occhio più che allenato quello di Andrea Taborelli, poco più di quarant’anni e già al comando dell’azienda di famiglia, la tessitura Serica A.M. Taborelli Srl che da più di un secolo produce alcuni tra i filati più pregiati del distretto comasco, che sta al mondo del tessile come Maranello a quello delle auto da corsa. «L’azienda l’ha fondata il mio bisnonno nel 1895 e allora producevamo tessuti di seta per ombrelli – sorride Andrea –, un articolo che oggi sarebbe difficile da riproporre. Poi siamo passati alle fodere di Bemberg con mio nonno, quando i telai erano saliti a 20, il salto di qualità è arrivato negli anni ’70 con l’ingresso in azienda di mio padre e la decisione di affiancare alla produzione di fodere quella di tessuti per abbigliamento femminile e, in seguito, tessuto per cravatteria, arredamento e sciarpe. Oggi i telai sono più di 400 e i dipendenti sono saliti a 265 in Italia e 140 in Romania». Con l’ingresso in azienda di Andrea il nuovo salto generazionale con le innovazioni dell’industria 4.0. «Viviamo tempi tumultuosi, i ritmi sono velocissimi ma la nostra bussola è la passione per il nostro mestiere di tessitori – spiega –. Abbiamo la fortuna di vivere e lavorare in un distretto straordinario (Andrea da alcuni anni è anche il presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como, ndr.) qui la seta è cultura e storia. Anche se sono passati alcuni secoli da quando Federico il Moro decretò che il 15% dei terreni andavano coltivati a gelso e oggi il filato arriva dalla Cina, l’85% dei filati per l’alta moda delle maison europee, quindi le migliori al mondo, continua a essere prodotto qui». Un filo talmente straordinario quello di seta da essere ecosostenibile per definizione.

«Il bruco che lo produce si nutre di foglie di gelso e morirebbe se si utilizzassero diserbanti o prodotti chimici. Così la seta è un tessuto anallergico dalle proprietà straordinarie, basti pensare che uno dei suoi componenti, la sericina, viene impiegato nella cosmesi e nei saponi. Di sicuro questo tessuto ci accompagnerà ancora a lungo». E per imparare a tesserlo al meglio alla Taborelli da un po’ di tempo hanno introdotto anche il “ponte generazionale”: un’operaia ormai prossima alla pensione può decidere di fare da tutor a una collega più giovane affiancandola nella sua formazione, lavorando qualche ora in meno e senza perdere i contributi grazie all’aiuto di Regione Lombardia. «Così il know how non si perde nel passaggio da una generazione all’altra – conclude Andrea Taborelli –. In fondo, anch’io sto vivendo questa esperienza».