Imprese, ai lariani piace mettersi in proprio

Per Confartigianato, in provincia di Como sono 42.134 le imprese, per metà di una sola persona

Settore frammentato ma sempre in evoluzione

Settore frammentato ma sempre in evoluzione

Como, 22 settembre 2019 - Il sogno del comasco tipo? Lavorare in proprio, meglio se a capo della propria impresa artigiana. È questa la fotografia che emerge dall’ultima ricerca di Confartigianato, che nella sola provincia di Como può contare su 42.134 imprese, in costante crescita visto che in media ne vengono aperte quattro ogni giorno. L’altro lato della medaglia è la dimensione, monocellulare più che lillipuziana: oltre il 50% delle imprese infatti è composta da una sola persona, considerando che in tutto gli occupati nel settore artigiano sono 79.392. Un dato che è molto più alto del resto della Lombardia, dove le microattività, ovvero le imprese che possono contare su uno o al massimo due dipendenti, non supera il 34%.

Diversi i dati della Camera di commercio, che classifica come “artigiane” tutte le imprese al di sotto dei 50 dipendenti. Quelle registrate sono 15.447 il 32,3% del totale e danno lavoro a 119.219 persone, relativamente alta la percentuale di aziende in rosa ovvero guidate da donne, che sono pari a 2.359. Fondamentale per le aziende artigiane il sistema dell’apprendistato, che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro trasformandosi, nella maggior parte dei casi, in un’assunzione a tempo indeterminato. Una buona notizia per il piccolo esercito di apprendisti, 3.791 lavoratori, molti dei quali sono ragazzi al primo impiego e hanno alle spalle un percorso nelle scuole professionali. 

Guardando al futuro non mancano le preoccupazioni, i dati congiunturali dell’ultimo trimestre fanno temere un rallentamento della produzione manifatturiera, con un incremento vicino allo zero. La maggior parte dei settori infatti fa registrare una contrazione, e così avviene per gli ordinativi sul mercato interno. Colpa della crisi della manifattura in Germania, che rappresenta il mercato privilegiato per tante imprese e microimprese artigiane del settore della meccanica. A questo poi vanno aggiunte le conseguenze pesanti della guerra dei dazi tra Usa e Cina sull’Eurozona, che ha nell’export uno dei punti di forza della propria economia. 

Nel secondo trimestre 2019 si registra una variazione congiunturale della produzione delle aziende artigiane manifatturiere positiva, ma di intensità minima (+0,2%), così come per il dato tendenziale (+0,3%). La contrazione maggiore si registra per il settore pelli-calzature (-2,4%), seguito da: siderurgia (-2,2%), carta-stampa (-1,1%), abbigliamento (-0,9%), tessile (-0,4%), meccanica (-0,2%). Trainano i settori in crescita di questo trimestre i minerali non metalliferi (+5,8%) seguiti da legno-mobilio (+2,9%), alimentari (+0,7%) e gomma plastica (+0,3%). Le manifatturiere varie non registrano variazioni in questo trimestre. Gli ordini interni dell’artigianato manifatturiero sono in contrazione sia su base annua (-1,2%) sia rispetto al trimestre precedente (-0,3%).