Il cioccolato non conosce crisi: l’export fa volare gli utili di Icam

L’azienda lariana ha chiuso il 2021 con un aumento del 7% del proprio fatturato e 25 nuove assunzioni

Il vicepresidente di Icam, Plinio Agostoni

Il vicepresidente di Icam, Plinio Agostoni

Orsenigo (Como) -  La voglia di cioccolato non conosce crisi, o forse proprio quando i tempi si fanno più difficili cresce il consumo di cacao e dei suoi derivati. Lo sanno bene alla Icam che ha chiuso il bilancio del 2021 con una crescita del fatturato del 7% e 25 nuove assunzioni, che portano il totale dell’organico a 427 dipendenti. Un trend in crescita da diversi anni che ha visto l’azienda partire da un fatturato che nel 2015 si attestava sui 135 milioni e che la vede sei anni dopo, chiudere l’anno a 189 milioni (+40%), di cui 12 milioni di incremento ottenuti solo negli ultimi mesi. Le 25mila tonnellate di fave di cacao acquistate nel corso del 2021 (il 4% in più rispetto all’anno scorso) si sono trasformate per il 60% in prodotti da destinare al mercato estero. Il restante 40% destinato al mercato italiano è stato commercializzato secondo i tre marchi Vanini, Agostoni e Icam Professional. I prodotti semilavorati forniti all’industria dolciaria, che si affida a Icam per completare e rendere qualitativamente eccellenti le proprie produzioni rappresenta il 18% della produzione.

"L’attenzione verso filiera, persone, ambiente e innovazione sono da sempre i principi cardine che guidano il nostro agire - spiega Angelo Agostoni, presidente di Icam Cioccolato - Questi due anni di pandemia ci hanno spinto a prendere un impegno verso la sostenibilità, realizzando il manifesto del nostro cioccolato e lo abbiamo pubblicato sul nostro nuovo sito. In modo che clienti e consumatori possano decidere di sceglierci non soltanto per la qualità dei nostri prodotti, ma anche per il modo in cui li realizziamo e per l’impegno che mettiamo per gestire al meglio le risorse a nostra disposizione". Il piano industriale triennale condurrà l’azienda al 2024 con un massiccio piano di investimenti. Tecnologici e non solo, per incrementare l’innovazione con acquisizione di nuovi macchinari e realizzazione di un Innovation Center legato al polo di formazione ChocoCube.