Villa Olmo, un tetto ridotto a colabrodo

Como, gli affreschi rischiano danni irrimediabili. La manutenzione ritarda, i nubifragi allagano puntualmente gli interni sfarzosi

Villa Omo (Cusa)

Villa Omo (Cusa)

Como, 13 agosto 2017 - L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la pioggia di giovedì scorso. Un violento acquazzone simile a una bufera, che non ha avuto problemi a farsi strada nel tetto malconcio di Villa Olmo, quella che un tempo fu la più bella dimora del lago. Sembrano lontani anni luce le grandi mostre che richiamavano migliaia di visitatori, quest’anno le sue sale sono deserte e, addirittura, visitare il giardino è un’impresa per via dei lavori finanziati da Fondazione Cariplo.

Cinque milioni di euro destinati a ricostruire il grande parco, in un percorso che dalle sponde del lago proseguirà lungo il “Chilometro della conoscenza“, fino all’area delle ex-serre, organizzate in un giardino botanico. Probabilmente il più grande successo della Giunta Lucini, che adesso però viene guardato con qualche preoccupazione dai nuovi inquilini di palazzo Cernezzi. Va bene il giardino, ma che ne sarà della villa? La domanda non è banale perché sembra che negli ultimi anni – abbandonato il progetto delle grandi mostre – l’oblio sia sceso anche sul loro “contenitore”. La villa, appunto, che vanta comunque più di due secoli di storia e quindi si merita attenzioni e manutenzioni. Prima se ne sono andati gli appassionati d’arte, poi i clienti del ristorante annesso al complesso – sfrattato per morosità – e infine i turisti della domenica, che almeno si accontentavano di passeggiare nel parco prima che iniziassero i lavori. La pioggia però nessuno l’ha potuta allontanare e, sempre più spesso, si insinua dal tetto della villa che è talmente malconcio da assomigliare a un “groviera”. Attraverso le tegole, in alcuni punti rotte e sconnesse, l’acqua penetra nel sottotetto in legno e quando è tanta gocciola nei locali sottostanti. Un problema che rischia di trasformarsi in un disastro nell’antica villa neoclassica dai ricchi soffitti affrescati e gli inserti preziosi.

Era già capitato a fine giugno, sempre per un acquazzone, e alcune della sale erano rimaste chiuse per più di un mese, per permettere a soffitti e intonaci di asciugare per bene. A poche settimane di distanza, è accaduto di nuovo e il rischio è che con l’arrivo dell’autunno i saloni di Villa Olmo si trasformino in “piscine”. Basterebbe fare manutenzione, ma sembra che a Palazzo Cernezzi se ne siano dimenticati, più impegnati a pianificare come rifare i giardini. Correre ai ripari non sarà semplice: nulla si può toccare all’interno della villa senza il benestare della Soprintendenza.