Uccise per uno schizzo d’acqua. Operaio condannato a 14 anni

Vittima il 24enne Hans Junior Krupe

I rilievi sulla scena del delitto

I rilievi sulla scena del delitto

Como, 30 gennaio 2020 - Una condanna a 14 anni e 2 mesi di carcere per l’omicidio di Hans Junior Krupe, il venticinquenne di Veniano, comune in provincia di Como, ucciso da tre coltellate sferrate la sera del 16 giugno scorso. È la sentenza a cui è andato incontro ieri Gabriele Luraschi, operaio di 47 anni di Fenegrò, arrestato quella sera stessa dai carabinieri di Cantù, poco dopo l’accoltellamento avvenuto nel parco di Veniano. Una tragedia assurda, scaturito da una banale lite per uno schizzo di acqua della fontanella. La vittima aveva bagnato l’omicida, seduto sui gradini alle sue spalle mentre guardava il figlio andare in bicicletta. Era bastato quel gesto a far scattare la lite tra i due, un battibecco degenerato dopo poche parole scambiate con astio: i due erano venuti alle mani, finendo anche a terra, poi si erano rialzati e divisi.

Quando Lurasch i si era allontanato, Krupe era riuscito a fare solo pochi passi, lasciando a terra una scia di sangue. Poi si era accasciato, ormai senza forze. Era stato raggiunto da tre coltellate: una al polpaccio, una molto profonda nella parte alta del braccio sinistro, la terza al fianco sinistro. Davanti al gup di Como Maria Luisa Lo Gatto, il pubblico ministero Pasquale Addesso ha chiesto 14 anni di reclusione, partendo da una pena base di 21 anni e scendendo di un terzo per lo sconto previsto dal rito abbreviato, dopo aver considerato l’aggravante dell’aver commesso il delitto davanti a un minore, equivalente alle attenuanti generiche, riconosciute per la condotta tenuta da Luraschi dopo il suo arresto e la collaborazione fornita agli inquirenti. Richiesta recepita dal giudice, con l’aggiunta di 2 mesi e 20 giorni per il porto di coltello in luogo pubblico.

Il giudice ha inoltre stabilito un risarcimento provvisionale di 200mila euro a favore delle parti civili costituite: i genitori e le due sorelle della vittima, assistiti dall’avvocato Luigi Liguori, che si è detto amareggiato, e ha parlato di "esiguità della pena per un omicidio efferato". La difesa di Luraschi, avvocati Roberto Colombo e Luca Gabrielli, ha annunciato ricorso, ritenendo che "non si è trattato di un omicidio volontario, ma piuttosto di legittima difesa, o al limite di un preterintenzionale".