Como, frode: vendeva moto senza versare l’Iva, condannato a 8 anni

Giovanni Angotti, tramite una rete di imprese europee, aveva messo da parte 2 milioni di euro

Per Giovanni Angotti si sono aperte le porte del carcere

Per Giovanni Angotti si sono aperte le porte del carcere

Albiolo (Como), 16 luglio 2022 - Vendeva moto da cross tramite una rete di imprese europee, soprattutto tedesche, beneficiando di una modalità di gestione dell’Iva denominata "reverse change", che garantiva ai clienti prezzi nettamente inferiori a quelli di listino, e forti vantaggi economici a Giovanni Angotti, imprenditore di 45 anni di Albiolo. Tutto grazie a un dettaglio: nella rivendita ai clienti finali italiani, l’imposta veniva incassata dallo stesso Angotti e non versata allo Stato. Ora l’uomo, processato con rito abbreviato, è andato incontro a una condanna a 8 anni di reclusione.

Era accusato di frode fiscale per un ammontare di circa due milioni di euro, e di bancarotta. Assieme a lui sono stati processati Nazareno Piras, 64 anni di Somma Lombardo, condannato a 3 anni e 2 mesi, e Giuseppe Tallarico, 65 anni di Valmorea, 2 anni e 8 mesi di reclusione, che ricoprivano ruolo di amministratori nelle società coinvolte. Al termine dell’indagine condotta dalla Guardia di finanza di Olgiate Comasco, coordinata dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, Angotti era stato arrestato, e si trova tuttora agli arresti domiciliari. Ma durante l’interrogatorio, aveva ammesso la frode, e spiegato quello che il giudice Carlo Cecchetti ha definito il “sistema Angotti“, vale a dire le modalità utilizzate per mettere a segno la truffa, proseguita almeno dal 2016, e garantita dal ritardo di verifica del sistema fiscale italiano.

Una confessione che gli è valsa la concessione delle attenuanti generiche, in compensazione delle recidive, arrivando a contenere la pena finale negli otto anni. A segnalarlo e far partire le indagini, erano stati i legali rappresentati delle società di vendita moto da cross che stavano patendo la sua concorrenza, e che assistevano all’applicazione di una scontistica eccessiva per chi importava e vedeva appoggiandosi a canali commerciali regolari, ma che invece per Angotti era perfettamente sostenibile. Condotte che vanno a danneggiare il mercato, penalizzando chi rispetta la legge.