Uno squarcio di fango sul Lario da cartolina

In ginocchio il ramo di Como da Cernobbio ad Argegno. Il Governatore Fontana ha chiesto lo stato di emergenza e aiuti da Roma

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di Paola Pioppi

Vista dall’alto, fa davvero impressione quella striscia galleggiante profonda centinaia di metri, che costeggia il lato occidentale del Lario. Fango, detriti e legni galleggianti. Una massa indistinguibile del colore della terra franata, immagine della vastità di ciò che è accaduto, e che si dirige da ieri verso il bacino basso del Lario, per accalcarsi contro la darsena antistante piazza Cavour. Perché quell’immensa frana, risultato di una quantità di smottamenti di diversa entità che si sono staccati tra Cernobbio, Laglio, Argegno e Schignano, hanno preso la stessa direzione: il lago. Travolgendo case, strade, auto e moto. Causando un numero imprecisato di sfollati, molti dei quali contati dalla Prefettura, altri che silenziosamente hanno trovato alloggio provvisorio da parenti mentre, non si sa come, attendono di rimettere in sesto le loro abitazioni. La tregua concessa ieri dalle piogge, ha consentito di lavorare al ripristino di alcune strade, almeno le principali, che riapriranno oggi: come la Lariana a Blevio, Nesso e Lezzeno, interrotta solo da un paio di sensi unici alternati da semafori. Oppure la Regina vecchia, che rimane interrotta per circa 500 metri a Laglio. Rimane chiusa la statale Regina a Laglio e a Colonno, almeno fino a oggi, ma non è detto che il blocco possa prolungarsi ulteriormente, soprattutto per valutare i danni strutturali patiti da alcuni ponti. E’ stato ripristinato qualche collegamento bus tra Colonno e Menaggio, a Oria, tra Lanzo e Argegno. L’Autorità di Bacino del Ceresio ha attivato un servizio straordinario gratuito di trasporto pubblico via lago tra Lugano e Porlezza, per scavalcare disagi e interruzioni che le frane hanno provocato anche sul versante svizzero. Ma intanto, ieri mattina, la viabilità è stata ulteriormente complicata dalla chiusura dell’autostrada A9 fra l’uscita di Como Centro e la dogana svizzera in direzione Nord, a causa di uno smottamento avvenuto tra Mendrisio e Lugano. Ieri il presidente della Regione Lombardia ha visitato alcuni luoghi più colpiti dalle frane, Blevio e Cernobbio, annunciando di aver inoltrato al Presidente del Consiglio e al Capo del Dipartimento della Protezione civile la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, e di aver ricevuto una telefonata dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha annunciato la disponibilità a inviare personale di supporto nei territori colpiti dal maltempo. Intanto è iniziata una prima stima dei danni, ingentissimi, che coinvolgono infrastrutture pubbliche, come strade e ponti, muri di contenimento, rotture di acquedotti, reti di gas e fognatura, fino alle proprietà private. Oltre a quelli dei settori produttivi bloccati, turismo e agricoltura più di ogni altro.