Omicidio in casa di riposo: tracce sui guanti nascosti, voleva incolpare l’amica

Delitto al Don Guanella di Como, analisi sui reperti

Polizia alla casa di riposo (Cusa)

Polizia alla casa di riposo (Cusa)

Como, 16 novembre 2017 - Guanti, cuscini, sponde del letto, sacchetti di cellophane e i tamponi svolti sulle mani delle due anziane donne indagate per la morte di Dolores De Bernardi, soffocata a 91 anni nel suo letto al ricovero Don Guanella, il pomeriggio del 24 settembre. Sono stati tutti esaminati dal biologo incaricato dal sostituto procuratore Simona De Salvo, per isolare tracce biologiche utili alle indagini.

Un delitto per il quale si trova agli arresti domiciliari Antonietta Pellegrini, comasca di 79 anni, moglie di un degente, accusata di aver messo i guanti in bocca alla vittima, che ne hanno causato il soffocamento, ma anche di aver nascosto altri guanti di lattice nei luoghi frequentati dalla compagna di stanza della vittima, con l’intenzione di far cadere la colpa su di lei. Ora il biologo forense Pasquale Linarello, ha consegnato l’esito delle sue analisi. Sui guanti utilizzati per l’omicidio, entrambi di lattice, uno bianco e uno blu, non è stato possibile estrarre il dna o altre tracce, se non quelle della vittima. Diversi invece i risultati per gli altri reperti. Infatti il consulente ha analizzato altri guanti in lattice, abitualmente in uso nel reparto e prelevati almeno in un caso dalla Pellegrini, come avevano mostrato i video delle intercettazioni ambientali.

Erano stati trovati nella borsa, nel comodino e sulla poltrona della compagna di stanza della vittima, una donna di 94 anni a sua volta sottoposta a rilievi biologici. Oltre alle sue tracce, compaiono quelle della Pellegrini. Circostanze che gli inquirenti della Squadra Mobile di Como, ritengono di aver già accertato attraverso le intercettazioni ambientali audio e video, e in parte con le stesse dichiarazioni della Pellegrini, ma che riguardano la sola accusa di calunnia nei confronti della degente novantaquattrenne, nel tentativo di farla incolpare dell’omicidio. Per quanto riguarda invece l’accusa più grave, la Pellegrini si era limitata ad ammette di aver utilizzato quei due guanti per pulire alcune gocce di saliva dalla bocca della De Bernardi, del tutto non autosufficiente, allettata e bisognosa di ogni assistenza, anche di essere imboccata per nutrirsi. Le analisi biologiche, non sono quindi state utili per fare passi avanti su questo fronte, e trovare tracce che potessero chiarire la condotta della Pellegrini.